Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Il genio della "propaganda" poesia in gloria del fascismo, poesia che Mussolini stesso si degnò di tra– durre in italiano, e nel 1932 fu promosso al rango di commendatore quale "grande amico dell'Italia e ammiratore del Governo fascista. 112 E avrebbe potuto mrs. Anne O'Hare McCormik nutrire altri sentimenti che di am– mirazione per Mussolini quando era ricevuta in Italia come la regina di Saba in visita dal re Salomone? Non fa meraviglia quindi se anche il New York Times abbia messo il massimo zelo nell'ammannire le notizie italiane in ar– monia con l'interpretazione fascista; metterle in prima pagina, quando face– vano onore a Mussolini; sopprimerle o seppellirle dove nessuno le avrebbe trovate, se erano tali da fare cattiva impressione; adornarle con titoli che qualche volta dicevano il contrario della notizia interna; neutralizzare l' effet– to di un'informazione con un'altra; in breve mettere al servizio del Duce italiano tutte le manipolazioni, con cui i giornali "educano" il loro pubbli– co. La conquista del New York Ti·mes ebbe un grande valore per Mussolini. Mentre la stampa di Hearst avvelenava l'animo delle classi meno colte, ciò che sapevano delle questioni italiane uomini quali il dottor N. M. Butler, presidente della Columbia University e gli altri personaggi americani di alto fusto, proveniva quasi esclusivamente dal New York Times. Una· rivista mensile, quale Current Hùtory, non faceva che rifriggere nelle sue cronache italiane ciò che Arnaldo Cortesi mandava da Roma. Occorsero alcuni anni a Mussolini per irreggimentare tutti i corrispon– denti di giornali stranieri. Ancora il 23 febbraio 1925 questi ebbero il co– raggio di votare un ordine del giorno per protestare essere "intollerabile che i corrispondenti stranieri dovessero essere oggetto di sistematici attacchi di carattere violento e tendenzioso." Reclamavano "il diritto dei corrispon– denti stranieri di attingere le loro informazioni alle fonti piu svariate senza essere accusati di partecipare a una lotta politica, della quale erano e inten– devano restare semplici spettatori." E minacciarono "che se l'attuale stato di cose continuava, l'Associazione della stampa estera avrebbe deferito la questione alle associazioni consorelle, in vista di un'azione comune" (T. 24-XI-1925). . Un po' alla volta la situazione mutò. Quelli che mandavano ai loro giornali notizie "parziali" o "inesatte," erano trattati in modo tale da ren– dere loro impossibile ogni lavoro. Il 1° luglio 1926 Grandi, allora sottosegre– tario agli Esteri, fece la seguente dichiarazione ai giornalisti stranieri: Io respingo l'accusa che il fascismo eserciti un severo controllo sull'attività e sui telegrammi dei corrispondenti stranieri. I telegrammi vengono attentamente esaminati con la frequente conseguenza di un ritardo nelh trasmissione. Ma la trasmissione non viene rifiutata. La· verità era che i telegrammi, che andavano a genio ai fascisti, erano trasmessi subito; la trasmissione degli altri non era "rifiutata," ma "ritar- 2 Settimanale fascista di New York, Grido della Stirpe, 21-III-1931; 17-XII-1932. 265 BiblotecaGino Bianco

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