Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale di religione. Mussolini non cap1 mai quel che ogni diplomatico, che conosca il suo mestiere, sente fin nel midollo delle ossa, cioè che "a questo mondo è molto importante essere aggressivi, ma è fatale apparire tali." Gli altri, e non lui, erano i veri allievi di Machiavelli. L'esperimento fascista impartiva una chiara lezione a chiunque volesse profittarne. Il deputato tedesco Breitscheid sintetizzò tale lezione nei se– guenti termini sul Vorwéirts: La dittatura fascista ci viene raccomandata come la forma di Governo che rap– presenta la volontà nazionale e la conduce con ferrea mano verso mete prestabilite. Un regime democratico è esposto agli alti e bassi delle maggioranze parlamentari. Il fascismo garantisce una politica ferma ed inflessibile. L'uomo al timone della ditta– tura guida il suo popolo verso un magnifico avvenire per vie aperte e sicure. - Ma che cosa vediamo in realtà in Italia? - Neurotiche agitazioni, assenza di princip1 fissi, un Governo che cerca facili vittorie negli affari esteri per opporsi al malconten– to interno, e cosi facendo distrugge la fiducia internazionale. Questo è il quadro, que– sti sono i risultati della dittatura fascista (25-XII-1927). Gli ammiratori di Mussolini ammettevano che il regime fascista esigeva duri sacrifici dal popolo italiano, sia come "sistema finanziario" che pesava gravemente sulle spalle del contribuente, sia come "sistema disciplinare" che spogliava il cittadino di ogni libertà. Tutti i pesi economici e morali della dit– tatura venivano giustificati come necessari per la gloriosa condotta della politica estera. "La nostra parola d'ordine," annunciò Mussolini il 22 giu– gno 1925, "può essere solo la seguente: disciplina all'interno per presentare il blocco granitico dell'unificata volontà nazionale al fronte esterno... Un partito che chiede e impone a tutti gl'italiani la rinuncia alle loro libertà, e si proclama un esercito pronto ad affrontare qualunque nemico ·in qua– lunque momento, ha l'impegno di dare la grandezza al paese." Aveva il fascismo, nel suo primo decennio, dato grandezza all'Italia? I fascisti rispondevano affermativamente. Per enumerare gli anni di quella • grandezza e potenza, Mussolini inventò una nuova cronologia in numeri romani in sostituzione della cronologia cristiana. "Da bersaglio allo scherno d'Europa l'Italia è diventata il modello di tutte le nazioni" (G/. 29-V-1929). "Il fascismo" disse Mussolini l'll maggio 1930, "non esita, crea. Non discute, esegue ordini. Non aspetta, decide. La politica estera italiana, pri– ma di Mussolini, era vilmente subordinata ai desideri di altri governi. Col fascismo, l'Italia è uscita dal periodo della soggezione" (CS. 29-V-1930). "L'umile Italia ha tro– vato la sua salvezza. Gli italiani, sostenuti dalb. fede fascista, marciano verso la trion– fante liberazione di tutti i destini." (Relazione del deputato Polverelli sul bilancio degli Esteri 1930-31.) Se il lettore trovasse difficile immaginare che cosa potesse essere "la libe– razione di tutti i destini," si ricordi che un corrispondente del Times di Londra, pur avendo una grande smania di dipingere sotto fulgidi colori il regime fascista, spiegò che "è spesso difficile per gli occidentali apprezzare 258 Bib,o t;vd Gino Bianco

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