Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Da ministro degli Esteri Grandi fu bombardato ambasciatore a Londra, dove avrebbe potuto rendere buoni servizi come "moderatore" dell'uomo pericoloso che stava a Roma, ma non avrebbe piu parlato al mondo da Ginevra, né avrebbe tenuto nelle mani tutti i fili a Roma. Il Ministero degli esteri il Duce lo assegnò di nuovo a se stesso. E proprio allora pubblicò in tutti i giornali italiani ( 4-VIII-1932) un suo arti– colo sulla dottrina politica e sociale del fascismo, destinato alla Enciclopedia italiana. La dottrina cominciava con le parole seguenti: Il Fascismo respinge il pacifismo, che nasconde una rinuncia alla lotta e una viltà di fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtu di affrontarla. Tutte le altre prove sono dei sostituti, che non pongono mai l'uomo di fronte a se stesso, nell'alternativa della vita e della morte. Una dottrina, quindi, che parta dal postulato pregiudiziale della pace, è estranea al fascismo. Da questo momento, i funzionari italiani nella Società delle Nazioni smisero ogni ritegno nel sabotarla (GUARIGLIA, Ricordi, p. 176). Il 25 settembre 1932, il corrispondente romano del New York Times informò il pubblico americano che entro i prossimi giorni sarebbe stato deciso se l'Italia avrebbe continuato ad es– sere un membro della Società delle Nazioni. Fortunatamente, c'era ancora un barlume di speranza. Difatti il bene informato corrispondente aggiunse che forse la decisione servirà solamente ad eccitare la Società a maggiore attività. Se il Gran Consiglio non intende rendere piu critica la presente situazione, potrà rinviare ancora una volta l'esame del problema se l'Italia deve uscire dalla Società. La seconda alternativa è probabile. Cos{ fu. Il Gran Consiglio, quando si riun{ il 1° ottobre, si dimenticò che doveva decidere se doveva o no rimanere nella Società. La Società delle Nazioni era dunque salva. Mussolini in persona fece la seguente dichiara– zione a una insegnante americana ultrafascista che lo intervistava: Per quanto nessuno possa giurare che la guerra è scomparsa definitivamente dalla scena della storia, l'Italia desidera pace. Ma non può, non deve trascurare le difese armate necessarie alla sua unità, alla sua indipendenza, alla sua sicurezza. Non può, non deve, rinunziare alla educazione militare e navale delle nuove generazioni. - Quando parlate del piu lungo periodo possibile di pace, quanto è lungo quello che cui sforzi per dare pace e disarmo al mondo dal 1929 in poi furono annullati dal Calibano fran– cese. Munro è persuaso nientemeno che "l'intero periodo 1929-33 mostra l'Italia di Mussolini che risolutamente sale ad un alto posto negli affari mondiali, un posto infinitamente piu alto che ogni altro raggiunto nella sua storia, un posto comparabile per la sua influenza sul pensiero mondiale solamente a quello del distante ma non dimenticato passato del popolo italiano, quando l'Italia era stata unita sotto le insegne dell'antico, e non del moderno fascio littorio romano" (250). Munro diventava anche poeta quando esaltava gratuitamente il Duce. 252 Bibloteca Gino Bianco

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