Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Bib Preludio alla seconda guerra mondiale ' I, p. 482). La conferenza apertasi nel febbraio 1932 fu una lunga farsa. "Ogni delegato pensava che le proprie armi erano del tipo difensivo, e quelle del vicino offensive." Uno dei delegati spiegò che "un'arma è offen– siva o difensiva secondo la estremità da cui la guardate." Nella opinione dei tedeschi, anche i cannoni fissi della linea Maginot potevano proteggere un assalto francese contro la Renania, e per conseguenza potevano essere chiamati armi offensive. Secondo un delegàto americano, le grandi navi da battaglia americane erano le armi piu difensive immaginabili: erano "un simbolo della casa e della famiglia americana. 117 Mussolini mandò a Ginevra per discutere il disarmo terrestre un ge– nerale; per discutere il disarmo navale mandò il senatore Scialoja, che due anni prima (30 maggio 1930) aveva messo in guardia gli italiani contro l'errore di non valutare abbastanza il bisogno dei sottomarini; e per discu– tere il disarmo aereo mandò quello stesso Balbo, che nel 1930 aveva con– vocati sei milioni di italiani a tenersi pronti a combattere sulla terra, sul mare, nell'aria (vedi pp. 213-214). I delegati delle altre grandi Potenze non la ·pensavano diversamente. Il delegato francese, Tardieu, fece osservare che ognuno coniugava il verbo "disarmare," ma il verbo era diventato difetti– vo: ognuno diceva "tu dovresti disarmare," "coloro dovrebbero disarmare," nessuno diceva "noi disarmeremo." Sir J ohn Simon rappresentò la sua parte con la insuperabile abilità di un avvocato di prim'ordine quale era. Ader{ di tutto cuore alle opinioni antimilitariste e pacifiste di Grandi, facendo ri– serve sulle sole navi da battaglia, perché per la Gran Bretagna erano armi difensive. Inoltre riconobbe lealmente che il Giappone non poteva essere consigliato a ridurre i suoi armamenti, mentre era impegnato in vaste ope– razioni militari in Cina. Ciò posto, come si poteva proporre una limitazione agli armamenti delle altre Potenze? La Società delle Nazioni non aveva avuto nulla da dire nella scelta dei delegati e sulle istruzioni che costoro avevano ricevuto dai loro governi. Ma per il trucco da noi già illustrato (vedi pp. 53-54},era facile scandalizzarsi per le sue responsabilità se la Conferenza del disarmo falliva. I piu scandalizzati erano i fascisti. Il Gran Consiglio del fascismo, in un ordine del giorno dell'8 aprile 1932, annunziò che "nella sessione di ottobre avrebbe discusso il problema della posizione dell'Italia fascista nella Società delle Nazioni." Era un ultimatum vero e proprio. Sei mesi - commentò la Stampa - sono molti in un periodo come questo. Ad ottobre si potrà ben valutare se la Società delle Nazioni è un istituto impotente o, peg– gio, comodo paravento per le altrui politiche di forza, oppure se contiene dei germi di vita feconda. Il Fascismo, che ha dato la sua collaborazione piu sincera e fattiva alla Lega confidando nelle sue prossime realizzazioni positive, deciderà sulla via migliore da seguire. 7 WILSON, Diplomat between wars, p. 268. 250 Gino Bianco

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