Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

"Il ' . " est parti, sans partir, tout en restant presentò a Ginevra la relazione sulle sue scoperte, il Governo giapponese protestò contro l'offesa recata al suo onore, e si ritirò dalla Società delle Nazioni. Questo fu tutto. Cos1 la Cina del Nord, nel 1931-32, fu "disan– nessa" dalla Società delle Nazioni. Mussolini non ebbe niente da fare in quegli avvenimenti, salvo che i suoi giornali scatenarono tutto il baccano possibile a gloria del Giappone. La crisi giapponese-cinese del 1931-32 fu la prova generale di quel che nel 1935-36 doveva essere la crisi italo-etiopica. In questa Mussolini doveva prendere verso l'Etiopia una posizione identica a quella del Giappone ver– so la Cina nel 1931-32. E il Governo americano e il Governo inglese dov~ vano seguire su per giu la stessa linea che avevano presa nell'Estremo Oriente nel 1931-32. Il solo Governo francese con Laval doveva mettersi apertamente a fianco del Duce. Mentre il Giappone invadeva la Cina, proprio verso la fine del 1931, fu istituito in Ungheria, in un podere a Janka Puzzla, un "campo di alle– namento" per fascisti croati profughi della Jugoslavia. L'esperimento un– gherese fu imitato in Italia, dove una simile scuola, diciamo cosi, di diritto internaturale fu istituita nel villaggio di Bardi, non lontano da Borgotaro in Emilia, e altre scuole nelle vicinanze di Brescia e di Ancona. (Hitler in seguito apd altri campi paralleli in Germania.) Depositi di munizioni esi– stevano in Austria, naturalmente all'insaputa della polizia austriaca. Ante Pavelic era a capo di queste organizzazioni. Durante il processo Roatta, celebrato in Roma nel gennaio 1945, il ba– rone Pompeo Aloisi, uno fra i diplomatici che avevano servito sotto Mus– solini, testimoniò che gli uomini di Pavelic (Ustasci' = Rivoluzionari) "di– pendevano direttamente dal Capo del Governo e dal suo Gabinetto"; ed erano "affidati" ad un diplomatico, Cortese, distaccato per questo servizio dal Ministero degli esteri; Cortese teneva i contatti con la polizia e con gli altri ministeri. Un alto funzionario del Ministero degli interni attestò che tutti i pagamenti per gli Ustasci erano fatti dal Ministero degli esteri sui fondi segreti." Un generale dei carabinieri attestò che un gruppo di carabinieri era "distaccato" presso gli Ustasci. 6 Questo retroscena non vietava al ministro degli Esteri italiano, Grandi, di coltivare i sentimenti pacifisti e antimilitaristi piu sinceri. Quando si riun{ a Ginevra la Conferenza del disarmo (2-II-1932), egli propose sen– z'altro alla Conferenza l'abolizione delle grandi navi da guerra, dei sotto– marini, delle portaerei, delle artiglierie, dei carri armati, degli aeroplani da bombardamento, della guerra chimica, e domandò protezioni piu efficaci per le popolazioni civili (10-II-1932). Un anno prima Stimson aveva notato che, se non ci fosse stato un accordo preliminare sugli obiettivi da raggiungere e sui metodi per rag– giungerli, una conferenza per il disarmo sarebbe stata una farsa (PA. 1931, 6 Il processo Roatta; i documenti, pp. 41, 42, 49, 55, 63. 249 Bibloteéa Gino Bianco

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