Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Il trionfo del pacifismo Sembra che sulla fine del 1931il Governo francese abbia tentato di rom– pere il fronte unico anglo-italiano, aprendo trattative col Governo italiano sulla questione etiopica. Il Segretario Generale del Quai d'Orsay, Berthelot conversando ufficiosamente con un fiduciario italiano, pronunciò di sua ini– ziativa la parola "Abissinia," e fece capire che sarebbe stato possibile al G f . 'h l" " h overno rancese assumere 1mpegm c e non so o permettessero ma anc e "facilitassero" una futura spedizione italiana in Abissinia mediante ces– sioni territoriali da parte della Francia nella zona Gibuti-Addis Abeba. In compenso il Governo francese domandava che il Governo italiano togliesse la cosf detta "ipoteca italiana" sulla Tunisia, cioè consentisse che i decreti di snazionalizzazione (vedi pp. 81-82) fossero applicati alla fine di un pe– riodo transitorio da concordarsi. Inoltre bisognava accordarsi sulle questioni centro-europee, albanese e jugoslava (GuARIGLIA, Ricordi, pp. 140, 144, 161, 770). Guariglia, che aveva sempre caldeggiata una politica di buone rela– zioni col Governo francese, subordinata alle buone relazioni italo-britanni– che, avrebbe voluto che le trattative sulla questione abissina fossero appro– fondite. Era persuaso che una conquista militare non avrebbe presentato ostacoli insuperabili: "il grande mezzo offensivo che può darci subito ra– gione delle resistenze, è l'aeronautica, di cui l'Abissinia è completamente sprovvista; ma dovrà essere impiegata senza risparmio su larga scala." "Naturalmente" occorreva "pensare a coltivare dissensi dei vari capi feudali fra loro e col Potere centrale." Occorreva "anche prevedere la convenienza o meno di lasciar sussistere uno Stato abissino sotto il protettorato italiano" (Ricordi, pp. 165-71). Invece i fidi di Mussolini protestarono che il Governo francese ten– tava machiavellicamente di "impegolare l'Italia in una avventura africana, impedendole cos1 di continuare a svolgere la sua grande politica europea, e di portare tutto il proprio peso sui decisivi avvenimenti, che si andavano rapidamente maturando." E Mussolini non volle che le trattative continuas– sero (Ricordi, pp. 140, 144). Guariglia ritiene che "Mussolini, vedendo sem– pre piu avvicinarsi il trionfo della marea hitleriana, non volle compromet– tersi con Ginevra e con Parigi, anzi volle accentuare un distacco che gli avrebbe dato maggiore libertà di avvicinarsi alla nuova Germania" (Ri– cordi, p. 177). 245 Bibloteca Gino Bianco

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