Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale dosso: chi piu ha guadagnato negli ultimi tempi è piu armato e piu pacifista; di con– seguenza il piu pacifista è il piu armato. In tale giro di inutili menzogne il Fascismo per primo ha solennemente dichiarato di non voler ricorrere a codesti espedienti, rite– nendo che sia inutile cercar d'ingannarsi a vicenda, beris1 necessario rivedere i trattati; perciò Mussolini è il vero pacifista.7 Il 25 ottobre a Napoli Mussolini, in piedi davanti ad un grande car– tellone, su cui erano scritte le parole "Dalmazia o morte, 118 fece un discorso, affrontando i problemi· del disarmo, delle riparazioni e dei debiti di guerra: Ma noi ci domandiamo: dovranno veramente passare sessanta lunghissimi anni prima che si ponga la parola fine alla tragica contabilità del dare e dell'avere spuntata sul sangue di dieci milioni di giovani che non vedranno piu il sole? E si può dire che esista una uguaglianza giuridica fra le nazioni quando da una parte stanno gli arma– tissimi fino ai denti e dall'altra vi sono Stati condannati ad essere inermi? E come si può parlare di ricostruzione europea, se non verranno modificate alcune clausole di alcuni trattati di pace che hanno spinto interi popoli sull'orlo del baratro materiale e della disperazione morale? E quanto tempo dovrà ancora passare per convincerci che nell'apparato economico del mondo contemporaneo c'è qualcosa che si è incagliato e forse spezzato? Notare il continuo ritorno sulla revisione dei trattati (beninteso quelli che non dovevano essere riveduti perché convenienti all'Italia mussolinia– na). Guariglia (pp. 82-83) spiega che Mussolini sperava che "il suo revisio– nismo gli servisse da un lato ad ottenere importanti concessioni dall'Inghil– terra e dalla Francia, e dall'altro a rafforzare la Germania, cosi che fosse possibile riconquistare all'Italia una possibilità di oscillazioni vantaggiose"; ma "un bel giorno la Francia e l'Inghilterra si trovarono di fronte a un colosso (la Germania hitleriana) che fu dura fatica abbattere, e Mussolini, irretito nel suo stesso revisionismo rimasto sterile di risultati nei confronti anglo-francesi, fu costretto a cercare l'aumento della potenza italiana al-– l'ombra della rinata potenza germanica." Una critica piu radicale di siffatta politica - dati i risultati a cui condusse - nessuno fra i piu risoluti av– versari del regime fascista formulò mai. Pochi giorni dopo il discorso pronunciato da Mussolini a Napoli, Gran– di andò negli Stati Uniti, e non mancò di raccontare agli americani che egli, non meno che Mussolini, ammirava William J ames, e li intrattenne con i discorsi piu pacifici che mai fossero pronunciati nel nuovo mondo. Non è necessario seguire le discussioni che continuarono per tutto l'an– no seguente sul disarmo terrestre. Basti ricordare che, durante tutta questa nuova fase della controversia, inglesi e italiani presentarono ai francesi un fronte unico.9 L'intesa Chamberlain-Mussolini continuava a funzionare. 7 Bollettino della Regia Università italiana per stranieri, Perugia, 24 ottobre 1931 p. 415. • Parigi, Temps, 25-X-1931. Sul foglio d'immatricolazione dato agli studenti universitari ap– partenenti all'Otganizzazione Universitaria fascista nell'autunno del 1931 erano stampate le se– guenti parole: "Le Alpi Dinariche sono il vero confine tra l'Italia e i Balcani. Da Buccari a Cattaro migliaia di fratelli soffrono e attendono. Italiani, ricordatelo! Non dimenticate mai che la Dalmazia, benché italiana, appartiene ancora alla Jugoslavia." Vedi p. 204. 9 ToYNBEE, Survey of international Affairs, 1931, pp. 270 sgg. 244 BiblOLcca Gino Bianco

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