Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Il trionfo del pacifismo erano ora impegnate in una disputa sul disarmo terrestre, e la divergenza sarebbe stata portata a Ginevra. "Oggi la Società delle Nazioni può essere usata per far rivivere diritti e bisogni, che non si accordano con le egemonie create dall'ultima guerra." "Questa è una gradita sorpresa per coloro che una volta consideravano il monopolio franco-britannico sulla Società delle Nazioni quale un fatto compiuto." La Francia era allarmata della resurre– zione potenziale della Germania e della rinascita effettiva dell'Italia. Essa si serviva di tutti i mezzi a sua disposizione per trasformare la Società delle Nazioni da strumento indiretto in strumento diretto della sua preponde– ranza. Ciò spiegava la formula francese: arbitrato, sicurezza e disarmo. "Arbitrato" voleva dire pressione morale tendente a sconfiggere i nemici della Francia, senza guerra, se fosse possibile. "Sicurezza" ,voleva dire una coalizione mondiale per annientare i nemici della Francia mediante la guer– ra. "Disarmo" voleva dire riduzione di armamenti imposta dalla Francia e suoi alleati ai loro avversari. La Francia chiedeva riduzione proporzionale e non abolizione, in modo da mantenere la sua attuale superiorità. La Gran Bretagna non poteva andar d'accordo con questo punto di vista. Agl'inglesi non conveniva una pace, che stabilisse l'egemonia continentale francese og– gi, e forse anche l'egemonia aerea e marittima domani. Era perfettamente naturale che l'Italia stesse con l'Inghilterra contro la Francia. I pacifisti di tutto il mondo, avendo giurato di non capire nulla nel doppio gioco di Mussolini, mantenevano quel giuramento senza nessuna difficoltà. Il loro rappresentante piu tipico, lord Robert Cecil, "diede il pieno appoggio del suo governo all'idea di. Grandi per una tregua di armi durante il periodo della Conferenza degli armamenti: supponeva che la pro– posta o suggerimento comprendesse gli armamenti di terra, di mare e del- 1'aria." Si precipitò a Roma per rendere omaggio al nuovo neofita del paci– fismo mondiale, e per annunciare che era stato "felice di dare la propria approvazione incondizionata alla proposta estremamente chiara e precisa fatta dal signor Grandi a Ginevra"; "non abbiamo ottenuto tutto, ma ab– biamo ottenuto almeno qualche cosa." L'Assemblea della Società delle Na– zioni aveva invitato tutti i governi ad accettare la proposta italiana e questo bastava (6 ottobre). Un trucco di propaganda piu fortunato non era mai stato ideato dal Duce. D'altra parte, il Segretario del Partito fascista, Giuriati, in una con– ferenza per studenti stranieri all'Università di Perugia, spiegò che l'arbi– trato in controversie internazionali era un'illusione: t un metodo rispettabile, che ha dato buoni frutti, quando si è trattato di que– stioni di secondaria importanza, o quando si è trattato di nazioni minori, messe a posto d'autorità dall'intervento di una nazione potente. Ma per questioni e divergenze che si dibattano fra grandi potenze e che coinvolgano la loro potenza o il loro orgoglio na– zionale, questo metodo non è efficace. Infatti un arbitro che giudichi le contese fra le minori potenze è facile trovarlo; ma chi sarà l'arbitro fra le grandi potenze? Se ci fosse la buona fede, non c:sisterebbe il problema del di~armo. Ed ecco un altro para- 243 Bibloteca Gino .Bianco

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