Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale volontà, chiese che tutti i governi si astenessero per il periodo di un anno - fino alla Conferenza del disarmo del 1932 - dall'accrescere le spese per gli armamenti terrestri, dall'iniziare la costruzione di nuove navi da bat– taglia e dal fare alle loro forze aeree alcuna aggiunta che non consistesse nella sostituzione di aerei fuori d'uso. Stimson fu "felice" e "molto desideroso di procedere in armonia con gli obiettivi di Grandi" (PA. 1931, I, pp. 442-47). Ma quella proposta di "vacanza navale" fu accolta in Francia "con franca apprensione e aperta animosità." Un ammiraglio affermò che essa significava il fallimento delle conversazioni navali franco-italiane (PA. 1931, I, p. 443). In questo preciso momento le Heimwehren fasciste in Austria, finan– ziate da Mussolini, tentarono un "Putsch." Fu un fiasco completo. 6 Il fra– tello di Mussolini, Arnaldo, osservò giudiziosamente che "senza dubbio gli organizzatori non conoscevano la tecnica del colpo di Stato" (PI. 15-IX-1931). Occorreva qualche organizzatore meglio padrone di siffatta tecnica. Dollfuss nel 1934 doveva dimostrare l'abilità necessaria contro i socialisti, prima che altri dimostrasse un'abilità anche maggiore di lui, e lo assassinasse. Al tempo stesso il cielo d'Italia fu oscurato per quattro giorni interi da centinaia di aeroplani. Il Capo di Stato Maggiore trasse da queste ma– novre la conclusione che "era necessario pensare seriamente all'organizza– zione di una potente aeronautica." Si vede che prima nessuno ci aveva mai pensato, e niente era stato speso a questo scopo. E il Segretario del Par– tito fascista parlò alla gioventu di Venezia nei seguenti termini: Giovani camerati, i reduci della grande guerra vi hanno consegnato i labari, le fiamme e i gagliardetti dietro i quali avete giurato di marciare ... L'ora che volge per tutto il mondo è oscura, ma il domani che Mussolini prepara alla patria è radioso. Noi vogliamo questo domani, crediamo in questo domani, siamo certi che il Duce ci guiderà alla vittoria ed alla grandezza. Giovani camerati, per il Duce, a noi! (PI. 15-IX-1931). Anche il Capo di Stato Maggiore della Milizia fascista promise ai suoi uomini che il Duce sarebbe stato informato che "quando egli facesse suo– nare l'adunata per la guerra, neppure una camicia nera avrebbe mancato all'appello": "Giovani camerati, intonate le vostre canzoni e mescolatele col canto delle trincee. Fate che le nostre grida di guerra risuonino al di là delle nostre montagne. Siamo sicuri che domani la vittoria sarà nostra" (20-IX-1931). Uno degli uomini piu eminenti del regime fascista, il ministro della Giustizia, Rocco, spiegò gli scopi e i metodi di Mussolini in un articolo che apparve nella Stampa (29-IX-1931). L'uomo della strada aveva avuto ra– gione negli anni precedenti: la Società non era che "una macchina mon– tata da Francia e Inghilterra per garentire il pacifico godimento del grosso bottino che era provenuto a loro dalla vittoria." Ma Inghilterra e Francia 6 GULICK, Austria /rom Habsburg to Hitler, II, pp. 9.51 sgg. 242 Bibl<JL~c@ Gino Bianco

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