Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Il trionfo del pacifismo l'Europa centro-orientale, e quindi erano inammissibili." Quei trattati non erano piu soggetti a revisione. Erano diventati inviolabili. Coppola spiegò quali ragioni storiche permanenti determinavano l'op– posizione di Mussolini all'Anschluss o a qualsiasi passo diretto verso l'An– schluss. L' Anschluss - pontificò nella rivista Politica - significherebbe l'insediamento sul Brennero della Germania, cioè di una grande potenza militare, molto piu formidabile ed aggressiva dell'antico Impero austro-un– garico, la quale sarebbe "fatalmente attratta verso Trieste, l'Adriatico e il Mediterraneo," e diventerebbe rivale dell'Italia nella penisola balcanica e nel vicino Oriente "dove siamo chiamati dalla nostra bimillenaria tradi– zione, dalla necessità geografica e dal destino." Beninteso che l'Italia fa– scista non poteva limitarsi ad un atteggiamento puramente negativo. Bi– sognava opporre qualche cosa all'Anschluss. Che cosa? Non una Confede– razione Danubiana: avrebbe potuto anche essa minacciare l'Italia. L'unica soluzione conveniente era la restaurazione di Otto di Asburgo sopra una "piccola" Austria e una "piccola" Ungheria. Questa restaurazione asbur– gica "su piccola scala" avrebbe evitato tanto l'Anschluss quanto la Confe– derazione Danubiana. Per di piu avrebbe esercitato sulla Croazia una attra– zione capace di spezzare l'unità jugoslava, "favorendo inoltre all'Italia l'oc– casione d'incuneare nel Bacino Danubiano una diga che si sarebbe opposta all'impulso dello Slavismo verso l'Adriatico." Finalmente avrebbe aiutato a "ricostruire, fosse pure su piccola scala, un antico pilastro dell'ideale mo– narchico e dell'ordine sociale e politico in un'Europa, che stava scricchiolan– do e sbricciolandosi sotto il peso dell'anarchia democratica e della decompo– sizione socialista." Dato l'atteggiamento di Mussolini nella questione dell'Anschluss, la tensione fra Francia e Italia parve allentarsi. A Londra, nei giorni che pre– cedettero l'annuncio ufficiale dell'accordo austro-tedesco, mentre se ne parla– va come di cosa imminente,2 il senatore americano D. W. Morrow ebbe l'impressione che nulla si opponesse ad un'intesa franco-italiana. Si par– lava di comporre tutte le divergenze franco-italiane nell'Africa del Nord, e perfino di un accordo mediterraneo tra Francia, Italia e Jugoslavia secondo il modello dei Patti di Locarno (PA. 1931, I, p. 388). L'ambasciatore ame– ricano a Roma sperò che "dopo tutto dai negoziati franco-italiani qualche cosa potesse saltar fuori" (PA. 1931, I, p. 419). _ Non saltò fuori niente (PA. 1931, I, pp. 499-500). 3 E il vento italiano si rivoltò contro la Francia. Conversando con l'ambasciatore americano, Grandi espresse la sua esasperazione per le nuove difficoltà sollevate dal Governo francese sull'accordo navale; non aveva da fare con gentiluomini ma con "giocatori d'azzardo" e "spergiuri." Aveva lottato contro gràndi ostacoli l TOYNBEE, Survey 1931, pp. 247, 317, n. 1, 2. 3 Grandi a Stimson, 9 luglio 1931: "Prima della Conferenza navale (del 1930) la Francia non voleva sollevarle (le questioni politiche) finché la questione navale non fosse stata sistemata; ora essa pare pensare che, essendosi l'Italia schierata a fianco della Francia nella questione dell'Anschluss doganale, è inutile andare avanti con quelle altre materie" (PA. 1931, I, .541). 237 Bibloteca Gino Bianco

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