Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale mondo," e che "nessun altro regime in Europa era basato su fondamenta cosf stabili come il fascismo." Il Popolo d'Italia (4-1-1931)sottolineò con orgo– glio il fatto che "la sola parola sincera in favore della fratellanza delle nazio- . d R " m era venuta a orna. Pochi giorni dopo Rosso informò Gibso; che "dal lato italiano la situa– zione era soddisfacente" (PA. 1931, I, p. 358). E quando Grandi e Henderson s'incontrarono a Ginevra per il Consiglio della Società delle Nazioni, Gran– di dichiarò che il Governo italiano era "desiderosissimo" di cooperare con gl'inglesi alla preparazione e al successo della futura Conferenza del disar– mo ·(25 gennaio, BD. p. 452). Le difficoltà provenivano ora dai francesi. Il loro atteggiamento era di– ventato "scoraggiante e non costruttivo." Gli ammiragli francesi non inten– devano prendere in considerazione alcun compromesso col Governo italiano finché questo manteneva, per quanto in astratto, la sua pretesa alla parità navale (PA. 1931, I, pp. 359, 360-65). Anche questa difficoltà fu superata. Ma allora sorsero nuove difficoltà. - E questa volta non da Parigi o da Roma, ma da Londra. L'Ammiragliato bri– tannico chiese un · aumento nel tonnellaggio dei cacciatorpedinieri (PA. 1931, I, pp. 365-67). Lord Tyrrell, in una lettera a Henderson, alluse a que– sta nuova pretesa nei seguenti termini: "Si penserà che voi abbiate tirato in lungo i negoziati per arrivare a spremere dai francesi l'ultima goccia, e che, fatto questo, abbiate deciso che l'ultima goccia non bastasse" (BD. p. 456). Finalmente in una riunione tenuta a Parigi, alla quale furono presenti Henderson e il primo Lord dell'Ammiragliato britannico, anche queste dif~ ficoltà furono appianate e un comunicato ufficiale (24 febbraio) annunziò che "Francia e Inghilterra avevano raggiunto un accordo." Allora i due Ministri inglesi procedettero per Roma. Dopo una seduta di una intera giornata e una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri francese, Mussolini accettò tutto (PA. 1931, I, p. 371). Al 31 dicembre 1936 l'attuale flotta francese sarebbe stata ridotta a 670.723 tonnellate e la flotta italiana a 441.256 tonnellate; i francesi ebbero il permesso per 136.438 tonnellate di nuove costruzioni entro il 31 dicembre 1936, e gl'italiani per 129.615. Mussolini "tacitamente" consenti a sospendere, per quasi sei anni, la richiesta di parità navale franco-italiana. 6 Nel suo discorso del 26 maggio 1927 Mussolini aveva annunziato che "l'ora zero della storia europea sarebbe suonata tra il 1936 e il 1940" e che egli "intendeva tenere il paese in condizioni da essere preparato all'esplo– sione" (vedi p. 151). Ed ora, nel marzo 1931, accettava per il 1936 una flotta italiana inferiore per 230 mila tonnellate alla francese. Tanto baccano per · ridurre di 10.000 tonnellate la superiorità voluta dai francesi. Fortunata– mente il testo dell'accordo affermava che tutte le questioni di principio sui 6 ToYNBEE, Survey of International Affairs 1931, pp. 266-68. 234 I Biblo.ecc.:;A Gino Bianco

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