Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

H I I Ideale supremo: il disarmo liano di essere stato un po' sospettoso delle intenzioni francesi, ma ora era propenso a temere che fosse l'Italia a. non voler fare la sua parte, mentre il Governo francese non si opponeva ad un accordo leale (P A. p. 179). S'ingannava. Ora che si trovavano su una posizione migliore di quella degl'italiani, i francesi cercarono di sfruttare senza discrezione il loro van– taggio. Dopo una riunione burrascosa, francesi e italiani no.q poterono piu avere discussioni dirette. Toccò al delegato britannico andare da un gruppo all'altro, e fare anche un viaggio da Ginevra a Roma per appia– nare le difficoltà. Mentre il delegato britannico era a Roma, Mussolini annunciò al Se– nato (18 dicembre) che i bilanci militare e navale dell'Italia erano saliti da 650 milioni di lire nel 1914 a sette miliardi di lire nel 1930. Si poteva pensare di ridurre le spese militari?... C'è qualcuno fra voi che pensi in questo momento, nel quale tutti armano potentemente, pur belando di pace, che dobbiamo essere proprio noi a non pensare alle nostre elementari, indispensabili difese, e correr questo rischio mortale? Nessuno osò obiettare che, dopo tutto, non gli si chiedeva di essere il primo a disarmare, ma solo di astenersi dal suonare la grancassa della guerra, nella stanza dell'Europa malata, e non rendere sempre piu difficili i nego– ziati per una generale riduzione di armamenti. L'applauso suscitato dal Duce nel Senato si era appena calmato, e Grandi informò "privatamente e confidenzialmente" (20 dicembre) l'esper– to britannico che tutte le difficoltà si sarebbero potute appianare. L'inglese lasciò Roma convinto che Grandi e gli altri "elementi moderati" desidera– vano sinceramente una soluzione ragionevole della questione, e che la loro influenza "per ora" prevaleva su Mussolini. Il signor Mussolini ha le sue idee riguardo al metodo corretto per conseguire buoni rapporti con la Francia. Ma naturalmente è in stretto contatto con rappresentanti dei piu estremi elementi fascisti. E questi sono favorevoli ad altri piu avventurosi si– stemi (BD. pp. 435-36). La parola "ma" dimostra che l'esperto britannico non aveva capito che, secondo il Duce, il metodo corretto per conseguire buoni rapporti con la Francia era di minacciarla con i "sistemi piu avventurosi" degli estremisti, mentre il compito dei "moderati "era quello di strappare concessioni col pretesto d'impedire il trionfo degli estremisti. Se invece di mettere un "ma" avesse messo un "e" avrebbe dimostrato maggiore penetrazione. "Per ora" i "moderati" ebbero la prevalenza. Il giorno di capodanno Mussolini recitò un monologo alla radio, informando gli Stati Uniti che egli personalmente era "un grande ammiratore di Emerson e William James" - i cui nomi doveva aver letto su chi sa quale rivista -, che "né lui né il suo governo né il popolo italiano volevano provocare una guerra," che "l'Italia aveva bisogno di pace e della cooperazione di tutti 1 popoli del 233 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=