Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Ideale supremo: il disarmo sto era possibile e avrebbe potuto avere il vantaggio di costringere l'Italia a cooperare; Grandi ne era stato assai turbato. L'idea di costringere l'Ita– lia ad entrare nell'accordo avrebbe molto probabilmente avuto l'effetto opposto: quello di costringerla ad uscirne. Ad ogni modo i negoziatori italiani avevano ricevuto istruzioni di esaminare con spirito amichevole qualsiasi proposta venisse fatta. Rosso, presente al colloquio, chiari che i negoziatori italiani avevano ricevuto istruzioni di esaminare se si potesse trovare una soluzione col metodo delle dichiarazioni unilaterali; e dopo la partenza di Grandi, ripeté che i negoziatori italiani avrebbero preferito un accordo fra tutte le cinque potenze, ma, se questo era impossibile, avrebbero adottato il metodo proposto da Stimson. Gibson capf di aver vinto la partita: gl'italiani erano disposti a fare sacrifici sostanziali a condizione di evitare l'apparenza di una sconfitta di– plomatica; era dunque necessario esercitare sui francesi un'influenza mode– ratrice perché non cercassero di stravincere (PA. pp. 168-171; BD. pp. 420- 22, 425). Come sempre avveniva quando un affare andava a male, gl'italiani furono informati dalla loro stampa che il Duce trionfava su tutta la linea. Il generale De Marinis, uno dei delegati del Governo fascista per tutte le commissioni sugli armamenti nella Società delle Nazioni; spiegò che l'Italia poteva contare in Europa su la Germania, l'Ungheria, la Bulgaria e l'Au– stria (CS. 23-XI-30). E la rivista Antieuropa elencò le formazioni pronte nei vari paesi a costituire !'"Internazionale fascista"; i Nazisti di Hitler in Ger– mania, le Heimwehren in Austria, i Magiari Risvegliati in Ungheria, i Fascisti di Sir Oswald Mosley in Inghilterra, la "legione" del Dr. Albinana in Spagna, il duplicato di quella legione in Portogallo, gli anti-semiti in Romania, la "Associazione per la Difesa della Patria" in Bulgaria, e "Les J eunesses Patriotes" in Francia, Belgio e Svizzera. L'Italia poteva contare anche sulla Russia Sovietica. Il 19 novembre 1930 il nuovo ambasciatore del Cremlino in Italia fu ricevuto con insolita cordialità. Una settimana dopo Maxim Lttvinoff, Commissario sovietico de– gli Affari esteri, andò a Milano per un'intervista con Grandi. Avvenimento davvero sensazionale: Trentanove giornali [russi] - annunciò la Stampa del 29-XI-1930 con la compia– cenza di un parvenu - riproducono ampiamente i commenti della stampa italiana, germanica, inglese e polacca circa l'incontro Grandi-Litvinoff, svoltosi a Milano, met– tendo in rilievo il tono irritato del Berliner Tageblatt e del Vorwaerts e la preoccupa– zione dimostrata nei circoli politici polacchi. E la visita a Roma di Tewfik Rushdi Bey, ministro degli Esteri di Tur- chia, fatta coincidere con la visita del Commissario russo? · Molto interesse ha suscitato naturalmente l'intervista tra il signor Grandi e il commissario degli Affari Esteri dell'U.R.S.S. Né sono passate inosservate la presenza del Conte Bethlen a Berlino e l'imminente visita a Roma di Tewfik Rushdi Bey. Lo 231 \ ' BiblotecaGino Bianco

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