Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale cano (PA. pp. 145, 149, 152; BD. p. 412). E il passo fu fatto a Roma il 26 ottobre, prima dell'arrivo di Gibson. Al tempo stesso il sottosegretario di Stato americano cercò d'iniettare per proprio conto qualche "parola gentile" all'ambasciatore italiano. Gli disse che sarebbe stata "una cosa meravigliosa se l'Italia avesse avuto il co– raggio di agire da sola, dichiarando che non aveva nessuna intenzione di costruire nuove navi prima della prossima conferenza. Si sarebbe guadagna– ta la simpatia di tutto il mondo, e la Francia sarebbe stata praticamente co– stretta dall'opinione pubblica a ridurre il proprio programma." Mussolini pensò - non a torto, in verità - che se lui avesse fatto una dichiarazione di quel genere, il Governo francese avrebbe lo stesso continuato nel suo programma di costruzioni (PA. p. 151). Perciò nell'an– niversario della Marcia su Roma, dette il seguente annunzio alle Can1icie Nere: Noi lottiamo contro un mondo in declino, ma ancora potente ... L'antifascismo non è morto, l'opposizione esiste ancora. Soltanto il terreno della lotta si è dilatato: ieri era l'Italia, oggi è il mondo. Dunque uno stato di guerra "morale" contro di noi esi– ste... Ma accanto alla guerra morale, i preparativi di guerra materiale vengono effet– tuati alle nostre frontiere ... La penisola oggi è un immenso campo in cui milioni di uomini si allenano silenziosamente ( I) sulla terra, sul mare, nel cielo, nelle scuole, negli ~tadi, nelle chiese ( I) per il grande sacrificio della vita, per la rigenerazione della stirpe, per l'eternità latina, per la grande battaglia che avrà luogo domani, o mai. S'ode un sordo rumore simile ad una immensa legione che marcia. 'Esatto. L'Italia fascista è una immensa legione che marcia sotto i simboli del Littorio, verso un piu grande domani. Nessuno può fermarla, nessuno la fermerà (28-X-1930). E sventolò di nuovo la revisione dei trattati: La nostra politica di revisione dei trattati - che non è di ieri ma fu progettata fin dal giugno 1928 - è diretta ad evitare la guerra, a fare l'economia, l'immensa economia di una guerra. La revisione dei trattati di pace non è un interesse prevalen– temente italiano, ma europeo, ma mondiale. Non è una cosa assurda e inattuabile dal momento che è contemplata, questa possibilità di revisione, nello stesso patto della Società delle Nazioni. Di assurdo c'è soltanto la pretesa della immobilità dei trattati. Chi viola il patto della Società delle Nazioni? Coloro che a Ginevra, hanno creato e vogliono perpetuamente mantenere due categorie di Stati: gli armati e gli inermi. Quale parità giuridica e morale può esistere tra un armato e un inerme? Come si può pre– tendere che questa commedia duri all'infinito quando gli 5tes~i protagonisti comin– ciano ad .avere stanchezza? (Id.). Mussolini dunque non si accontentava piu di chiedere parità di arma– menti navali tra Italia e Francia. Ora chiedeva parità di armamenti terrestri anche tra Germania e Francia. Egli rivelò pure nel suo discorso, che lui non aveva mai detto che "il f . d · " Qu " b 1 asc1smo non era una merce a esportazione. esto era troppo ana e 228 J Biblo (.;d Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=