Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Ideale supremo: il disarmo a cavargli di bocca nessun schiarimento. Tuttavia Grandi insisté che le con– versazioni si sarebbero dovute riprendere presto a Parigi (BD. p. 418). Ed ecco il segretario di Stato americano Stimson proporre che i Go– verni francese e italiano annunciassero, ognuno per conto proprio: e con ini– ziativa unilaterale, che per la durata del trattato la cifra "X" avrebbe rap– presentato il programma di costruzione francese e la cifra "Y" quello ita- 1. Le 'f "X" "Y" bb d "d' 1 . " 1ano. c1 re e sare ero state concor ate 1etro e qumte, ma le dichiarazioni sarebbero state fatte da ciascun governo "solennemente senza richiamarsi all'altro." Cosf la questione della parità non sarebbe stata pregiudicata. Mr. Hugh Gibson, che godeva la fiducia del Presidente degli Stati Uniti e del Segretario di Stato, sarebbe andato in Europa per persuade– re francesi e italiani ad accettare questa soluzione. A Roma avrebbe detto "qualche parola gentile" per Mussolini. Gli ambasciatori francese e italiano a Washington furono informati del progetto (PA. pp. 138-43; BD. pp. 404-06). Il Duce cap1 che l'idea di Stimson non gli lasciava via di uscita. Perciò si disse "perfettamente disposto a fare concessioni," ma si lagnò che alle concessioni italiane non corrispondesse nessuna concessione francese (PA. p. 151). Anche Grandi si doleva di Briand, che il 1° ottobre a Ginevra ave– va promesso di deferire la questione navale all'intero Gabinetto francese, n1a non aveva mantenuta la parola (BD. p. 412, n. 1; pp. 414-15). I francesi spiegavano che Briand si era ammalato subito dopo il ritorno da Ginevra, ed era confinato nella sua camera, quando apparve il 9 ottobre la risoluzione del Gran Consiglio fascista che insisteva sul principio della parità come premessa di qualsiasi intesa. Quella risoluzione "aveva troncato ogni speranza di accordo" (BD. pp. 414-15). "Il primo passo verso la ri– presa dei negoziati doveva venire dagli italiani, e poteva condurre a qualche risultato solo se essi adottavano un atteggiamento meno rigido riguardo alla parità" (PA. pp. 144, 151, 154, 159). Il Governo britannico - fedele sempre alla intesa Chamberlain-Musso– lini - avrebbe voluto evitare una comune raccomandazione anglo-ameri– cana in Roma, pretestando che poteva fare piu male che bene; e aveva fatto conoscere la sua opinione a Roma (PA. pp. .144-45; BD. pp. 408-11). Anche Sir Ronald Graham era riluttante a un simile passo (P A. p. 150). Ma Grandi era H a fare il moderatore. E disse a Sir Ronald Graham "in via amichevole" (e avvertendolo che quest'idea "non avrebbe dovuto in alcun caso essere attribuita a lui") che se i Governi americano, britannico e giapponese aves– sero suggerito una vacanza navale di sei mesi, egli avrebbe ~ppoggiato quella proposta, e Mussolini con tutta probabilità l'avrebbe accettata. Agf di testa sua, o ag1 d'accordo con Mussolini? Ora che il ministro degli Esteri italiano era pronto ad assecondare l'ini– ziativa americana e che il Governo americano era stato seccato dalla rilut– tanza degl'inglesi ad associarsi al passo proposto da Stimson, MacDonald consenti che Sir Ronald Graham seguisse la scia dell'ambasciatore ameri- 227 Bibloteca Gino Bianco

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