Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Mussolini ha la febbre si potesse fare qualche cosa di piu per appagare i loro desideri. Ma il Go– verno francese aveva raggiunto il limite delle concessioni possibili. Era stato seccato e imbarazzato che Mussolini avesse negato l'esattezza della relazione da lui fatta sulle loro conversazioni del 1928, nelle quali Musso– lini era parso soddisfatto con condizioni molto ragionevoli. L'ambasciatore aveva una memoria eccellente, ed aveva preso immediatamente appunti su quanto si era svolto tra loro due. Era sua opinione che Mussolini avesse di– menticato tutto, e avesse cedut~ alla pressione esercitata su di lui dai Mi– nisteri degli esteri e delle colonie perché aumentasse le richieste (25 giu– gno, BD. pp. 377-78). Quando l'ambasciatore inglese poté finalmente vedere Mussolini, la se– ra del 26 giugno, gli chiese di suggerire al Governo inglese qualche modo per aiutare a raggiungere una situazione migliore. Mussolini, la cui faccia si era rannuvolata, rispose ch'egli temeva che Londra potesse fare ben poco: i francesi erano decisi a dominare l'Europa, e questo atteggiamento era una minaccia per l'Italia. Tirò fuori da un cassetto delle cifre, che dimo– stravano l'immensa potenza dell'aeronautica francese. L'Italia non poteva permettere che la differenza tra i due paesi diventasse cosf schiacciante. Egli aveva autorizzato "piuttosto a malincuore" il recente discorso di Gran– di al Senato. "Qual era stata la risposta francese? Nessuna." (Ciò che ave– vano fatto le "sue folle" a Bari era cosa senza importanza.) Per conse– guenza egli era pronto ad emanare gli ordini di costruzione ai vari can– tieri, per quanto questo naturalmente non volesse dire che le costruzioni sarebbero state iniziate immediatamente. I francesi non parevano disposti a venire incontro agl'italiani a mezza strada. Gl'inglesi avevano dato l'Oltre Giuba. Ma i francesi non avevano dato niente. Egli attribuiva scarsa impor..: tanza oggigiorno alle questioni della Tunisia e della Libia. "Ma in Tu– nisia perché non potevano i francesi mostrarsi piu pazienti e assorbire la popolazione italiana in dieci anni invece che in uno?" In Libia offrivano foasi di Tummo, che constava di due alberi e di un pozzo, e quella di Je– labo che valeva poco piu. "La questione che importava ora era quella della parità." Come poteva il Governo fascista non mantenere la posizione che era stata accordata all'Italia dal trattato di Washington del 1922? Mentre Mussolini parlava di emanare gli ordini per le costruzioni na– vali, Sir Ronald sapeva benissimo che il Governo italiano era ancora in ar– retrato rispetto al programma per l'anno precedente, 1929. Mussolini, quin– di, o faceva del bluff oppure era male informato riguardo a ciò che poteva fare in realtà. Sir Ronald si limitò a dire a Mussolini c4e in tutte le que– stioni di questo genere ci doveva essere uno scambio di concessioni basato sopra una intesa fondamentale. Tutto dipendeva da un'atmosfera favore– vole. Quando un uomo di Stato dell'importanza di Mussolini faceva discor– si simili a quello ch'egli aveva pronunciato a Firenze, dovevano necessa– riamente esserci forti ripercussioni all'estero. "Senza dubbio si era letto in essi un significato che non avevano." Ma perché Mussolini non porgeva 221 Bibloteca Gino Bianco

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