Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale basciatore britannico, sostenne che Mussolini "era perfettamente sincero": " 1 . h f I" Ad . d " questo era o strano capo con cui aveva a c e are. ogni mo o, ora l'aria era schiarita." Parlando al Senato lui avrebbe toccato la stessa nota come alla Camera. "Il compito sarebbe stato piu difficile di quello di S. Tommaso d'Aquino, il quale doveva riconciliare il diavolo e l'acqua santa!, ma lui avrebbe fatto del suo meglio." Ma sarebbe stato utile "per lui e per la sua causa" se avesse potuto citare al Senato la sua lettera a MacDonald dell'll maggio, a cui Mussolini aveya dato la propria approvazione. Cosi sarebbe stato messo in evidenza il consenso di Mussolini alla politica mode– rata e conciliante di Grandi. Grandi però non poteva dare notizia di quella lettera, senza citare anche la risposta di MacDonald, che conteneva le se– guenti parole: "Non potrei naturalmente nascondere all'Eccellenza Vostra che sono stato alquanto sorpreso dall'annuncio in questo momento del pro– gramma delle costruzioni navali italiane e della sua estensione, data la na– tura molto delicata dei negoziati che speriamo di continuare tra poco" (BD. 355). Grandi si era deliberatamente astenuto dal render note queste parole e a Mussolini e ai suoi colleghi per evitare il loro risentimento. Se le avesse rivelate ora al Senato, avrebbe provocato il risentimento anche di questo consesso. Avrebbe consentito MacDonald a modificare quella frase e ad omettere tutto ciò che da essa dipendeva? Sir Ronald probabilmente pensò che lo "strano capo" di Grandi aveva un bene "strano" ministro degli Esteri. Ma tali considerazioni non faceva– no parte del suo mestiere, e chiese a Grandi che suggerisse un nuovo testo (BD. pp. 368-69). Il guaio fu che ora le puritane coscienze di MacDonald e Henderson non permettevano fosse modificato un documento già esi– stente. Ora che aveva data una cosf chiara prova di buona volontà, Grandi si send libero di protestare contro la stampa francese, che aveva riferito un preteso sbarco italiano in Albania. Questa ridicola voce tendeva a suscitare risentimenti in Jugoslavia, proprio quando Grandi stava tentando di creare un'atmosfera migliore in questa zona. E perché Herriot avev~ attaccato Mussolini in modo cosi vergognoso? (30 maggio, BD. p. 371). I francesi, d'altra parte, dichiararono che anche se era vero che "consi– derazioni interne" causavano il tono bellicoso dell'oratoria mussoliniana, era difficile per loro "negoziare sotto la minaccia." Lord Tyrrell rifed a Londra che Léon Blum, alcune settimane prima, escludeva la possibilità di un mo– vimento popolare in Francia in favore della Jugoslavia, in caso di conflitto fra Jugoslavia e Italia; ma ora ammetteva che tale possibilità esisteva (31 maggio, BD. p. 372). Grandi non si perdette d'animo. Nel discorso al Senato (3 giugno) pagò l'inevitabile tributo agli estremisti sostenendo la richiesta di parità navale con la Francia, ma aggiunse che, sperando una rapida soluzione del problema franco-italiano, aveva proposto che esperti italiani, francesi e inglesi procedessero ad uno scambio di vedute. Sarebbe stato un mezzo piu 218 Biblo eca Gino Bianco

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