Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Mussolini ha la febbre contrarono di nt,iovo. Briand dichiarò che bisognava affrontare la questio– ne di Tunisi e quella del confine libico. Grandi sostenne che il problema della Libia era "piu psicologico che reale." Lo scopo chè si proponeva il Governo italiarw era di provare al suo popolo che la Francia, come aveva fatto la Gran Bretagna nella questione dell'Oltre-Giuba; aveva mantenuti i suoi impegni di rettificare i confini nell'Africa settentrionale. Briand sostenne che fosse pr~feribile per il momento rimettere tali pro– blemi alle normali vie diplomatiche (BD. p. 363). Eludeva le questioni, dato che sapeva benissimo che le vie diplomatiche non funzionavano. Non ostante l'insuccesso di questa conversazione, Grandi continuò a di– mostrare la piu angelica buona volontà. Era disposto ad accettare il rinvio nella costruzione non solo di un grande incrociatore, ma anche di altre navi comprese nel programma italiano (15 maggio, BD. p. 367). Disgraziatamente, la "febbre" di Mussolini andava crescendo. Ad una delle sue folle "oceaniche" a Firenze (17 maggio), disse: Niente di piu ingiurioso per la fierezza del popolo italiano del sospetto lanciato che il nostro recente programma navale sia cosa che non sarà realizzata. Riaffermo, qui, che quel programma sarà realizzato; tonnellate per tonnellate, che le ventinove unità del nuovo programma scenderanno in mare, poiché la volontà del fascismo non è soltanto ferrea e decisa, ma è matematica, poiché la nostra volontà, piu che allon– tanata, è sedotta dagli ostacoli, perché io sono sicuro che il popolo italiano, pur di non rimanere prigioniero nel mare che fu di Roma, sarebbe capace di sacrifici anche eccezionali... Ma non possiamo mai metterci a sedere. Questo ci è rigorosamente ne– gato, non solo dai .compiti interni, ma anche dai fermenti nuovi e impensati che, sor– gono a tutti i lati dell'orizzonte. Domattina, camicie nere vedrete qui una rassegna armata imponentissima. Sono io che l'ho voluta, poiché le parole sono bellissime cose, ma moschetti, mitragliatrici, navi, aeroplani e cannoni sono cose ancor piu belle... Domani mattina, davanti allo spettacolo delle forze armate, tutti vedranno il volto fer– mo e guerriero dell'Italia fascista. Solo l'Italia fascista, potentemente armata, porrà la . sua semplice alternativa o l'amicizia preziosa o l'ostilità durissima (PI. 18-V-1930). I discorsi del primo attore danno un'idea di quanto urlavano i sico– fanti. La situazione era chiara. La Francia doveva o concedere assoluta pa– rità, oppure esporsi alla "spietata ostilità" del Duce. Grandi si trovò di nuovo in "grande imbarazzo." Chiese a Mussolini d'indicargli l'intonazione del discorso, che doveva pronunziare al Senato. Mussolini "con tutta l'antica benevolenza e cordialità" gli rispose che "do– veva naturalmente adottare esattamente la stessa linea se~ita alla Camera." Grandi gli chiese come mai lui, Grandi, potesse conciliare quella linea con i re~enti discorsi di Mussolini. Mussolini, "destando in Grandi una certa sorpresa," domandò che diavolo i propri discorsi avessero da fare con la po– litica di Grandi. "Che importa quello che io dico alle mie folle? Per quale ragione credi che ti abbia fatto ministro degli Esteri se non per poter par– lare qui a modo mio?" Quando Grandi riferf questa conversazione all'Am- 217 . . Bibloteca Gino Bianco

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