Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale anni. S'intendeva che la cifra assegnata alla Francia doveva essere superiore per 240 mila tonnellate a quella dell'Italia. Cosf la eguaglianza sarebbe ri– masta suita carta, e Mussolini avrebbe potuto vantarsi innanzi alle "folle aspettanti" di averla conquistata. Nello stesso tempo i francesi dichiaravano che le esigenze della marina francese potevano diminuire qualora si conclu– desse tra le potenze mediterranee un "patto di non aggressione e di mutua garanzia,'" a cui partecipasse il Governo britannico: in altre parole una specie di patto di Locarno esteso al Mediterraneo (BD. pp. 177, 180-81; PA. 1929; I. pp. 304, 313). Le idee dei francesi su questo punto erano piuttosto oscillanti. Briand prevedeva che il Governo britannico, avendone abbastanza di una Locarno continentale, sarebbe stato riluttante a partecipare ad una Locarno medi– terranea. Perciò era disposto a contentarsi di un patto "che escludesse san– zioni del genere di quelle contemplate dal patto di Locarno e comportasse soltanto mutua consultazione in caso di contrasti" (11 gennaio 1930, BD. 199); il patto avrebbe dovuto comprendere Spagna, Italia, Grecia, Jugoslavia e Francia; l'adesione dell'Inghilterra "avrebbe rinforzato enormeménte l'in– fluenza di un simile patto e aiutato ad eliminare la rivalità fra Italia e Fran– cia in quel mare"; ma per quanto molto desiderabile, non era necessaria (BD. p. 144 ). L'ambasciatore britannico a Parigi, Lord Tyrrell, vide che un trattato simile avrebbe avuto scarso valore pratico: era "desiderato per get– tare polvere negli occhi al pubblico." Ma non c'era ragione di negare que– sta soddisfazione ai francesi "come un bel gesto e senza mercanteggiare": "un gesto simile sai:à certo ricompensato" (BD. p. 201). Ma il Governo bri– tannico non era disposto a partecipare neanche ad un trattato cos1 anodino (PA. 1929, I, p. 316). L'll dicembre, l'ambasciatore britannico a Roma poté mandare a LonA dra la notizia che il Governo italiano aveva "finalmente" deciso di appogA giare il punto di vista britannico sulla questione dei sottomarini (BD. p. 163).. Nello stesso tempo Mussolini rispose al memorandum di Briand ch'egli sarebbe stato lieto di negoziare con la Francia un trattato di arbitrato e di amicizia. Ma questo non era la convenzione generale mediterranea di non aggressione, e di mutua garanzia ideata da Briand. Era un accordo bilateA rale franco-italiano senza garanti, che sarebbe durato finché Mussolini lo avesse lasciato durare. Quanto alla parità~ il Governo italiano continuò ad insistervi. E quanto ai sottomarini la questione era ancora oggetto di studio da parte di tecnici, ma "in linea di principio" il Governo italiano "non era contrario alla loro abolizione" (21 dicembre; BD. p. 181). L'ambasciatore inglese a Parigi, Lord Tyrrell, rifed che i francesi vede– vano nella proposta di negoziati franco-italiani per il trattato bilaterale "un tentativo di barattare concessioni nel campo navale contro concessioni nei negoziati generali," e questo essi non intendevano permett:tre, ma non troncavano le conversazioni, e dichiaravano che senza dubbio un patto "me– diterraneo" avrebbe creato un'atmosfera piu favorevole alla conclusione dei 206 Bib a Gino Bianco.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=