Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale delle nazioni non sono quelli fissati dalla natura. 112 Mussolini aggiunse: "Siamo un popolo in ascesa. Ne sono positivamente certo. Da questo ra– duno deve procedere una risoluzione: la risol~zione che, se sarà necessario tutti gli ex combattenti saranno pronti a combattere di nuovo per la vittoria." Il Segretario dell'Associazione replicò: "I ·giorni della prova torneranno. Aspetteremo la chiamata dal nostro Duce. E i vecchi combattenti rispon– deranno come un sol uomo: presente." Il Podestà di Venezia 3 dette u.ffir, cialmente il suo patrocinio al movimento dalmata. Gli jugoslavi reagivano rivendicando Trieste, Pola e Gorizia e l"' A– driatico jugoslavo." I rancori erano esasperati dal feroce trattamento che il Governo fascista faceva della popolazione slava nella Venezia Giulia. Nes– sun italiano poteva pensare senza dolore e vergogna che giovani croati e sloveni erano condannati a morte e alle galere in Italia,4 servendo quegli stessi ideali per cui avevano sofferto ed erano morti gl'italiani del Risorgi– mento. Da Mazzini, da Cavour, da Garibaldi a Mussolini quale precipizio moralef I diplomatici francesi non si lasciarono deviare da quel nuovo baccano italo-jugoslavo. Dichiararono di non disconoscere al Governo italiano il di– ritto alla parità navale: quindi loro non domandavano nessuna limitazione agli armamenti navali italiani; solamente si riservavano di mantenere sem– pre una superiorità di 240 mila tonnellate sulla marina italiana; toccava agli inglesi ed americani assegnare all'Italia il livello che essa non doveva su– perare, e cos1 permettere ai francesi di conservare per la loro flotta in con– fronto della flotta inglese quella proporzione di tre (flotta francese) a cin– que (flotta inglese), che i francesi non intendevano modificare. Insomma la eguaglianza navale che essi offrivano era una eguaglianza di principio in una eventuale gara di armamenti di cui lasciavano la responsabilità agl'i– taliani. ' ·- 1 In una conversazione con Henderson l'ambasciatore francese a Londra dichiarò che sarebbe stato impossibile alla Francia consentire ad un'effettiva parità navale con l'Italia e alla soppressione dei sottomarini (15 novembre BD. p. 137). L'ambasciatore italiano a Parigi annunciò ufficialmente il 19 novem– bre le proposte del suo Governo: "La Francia può fissare il massimo che vuole. Noi chiediamo lo stesso massimo senz'essere obbligati a dire se lo raggiung-eremo o no con le nostre costruzioni o a quale data lo raggiunge– remo" (BD. p. 180). In altre parole, il Governo francese si sarebbe impegnato a non superare un dato livello di armamenti navali, conforme alla propria intesa con Londra e con Washington, e il Governo italiano sarebbe stato 2 Secondo la geografia inventata dai fascisti, i confini d'Italia non erano piu stati posti dalla "natura" sulle Alpi, che dividono l'Italia dall'Europa centrale e nei mari che circondano la penisola, ma sui monti dietro la Dalmazia. 204 3 I podestà (sindaci) erano nominati dal Governo centrale. 4 Vedi Appendice C. Bibl ___ d Gino Bianco

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