Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guer1·a mondiale dové da allora in poi pagare 90 milioni ali' anno del suo pane quotidiano per mantenere l'amministrazione centrale della Chiesa cattolica, la quale essendo fondata sulla fede religiosa di 300 milioni di uomini e donne vi– venti in tutte le -parti del mondo, dovrebbe essere mantenuta dai contribu– ti volontari di tutti i fedeli, e non dal tributo coattivo di un popolo solo. Il Concordato, terzo elemento degli accordi Lateranensi, regolò i rap– porti tra Chiesa e Stato in Italia. Per comprendere questo documento, biso– gna tener presente il fatto che sotto il regime prefascista tutte le religioni godevano uguale trattamento in Italia, e c'era una virtuale separazione tra Stato e Chiesa. In virtu del Concordato, la separazione fu sostituita da un sistema di cosidetta "cooperazione" tra i due poteri. I cattolici italiani fu– rono da allora in poi messi sotto il protettorato di una Potenza indipenden– te dal Governo italiano, la Santa Sede, che fu autorizzata a rappresentarli di fronte al Governo italiano. Questo è il significato fondamentale di qual– siasi concordato cattolico: si crea una duplice sovranità sui cattolici del paese, quella del governo secolare e quella del Papa. Se il presidente degli Stati Uniti firmasse un trattato con Stalin, che concedesse un particolare stato giuridico ai comunisti negli Stati Uniti e desse a Stalin il diritto di proteggere i comunisti americani di fronte al Governo americano, il Pre– sidente firmerebbe un "concordato" con Stalin analogo a quelli che la Santa Sede cerca di ottenere da tutti i governi del mondo. Noi troviamo sempre nella storia dei concordati che la Santa Sede è stata disposta a fare i piu gravi sacrifici in tutti i campi, a condizione che l'altra parte accettasse un concordato. In base al Concordato del febbraio 1929 la sovranità del Vaticano non si limitò alla Città del Vaticano, ma si estese in tutta l'Italia su sessanta– mila ecclesiastici. Questi diventarono una casta privilegiata e protetta. Qual– siasi giovane si facesse prete o monaco fu esente dal servizio militare al quale ogni giovane, all'età di vent'anni, doveva sottostare per diciotto mesi: la piu grave forma di tassazione. Le proprietà ecclesiastiche e quanto i membri del clero guadagnavano nell'esercizio del ·loro ministero sacerdo– tale furono esonerati dall'imposta di ricchezza mobile. Un medico, un av– vocato, un insegnante, un negoziante pagavano l'imposta di ricchezza mo– bile sui loro guadagni per quanto piccoli; un prete non pagava. Finalmente, quando un ecclesiastico commetteva un delitto, era necessario chiedere il consenso dell'autorità ecclesiastica per processarlo davanti ad un tribunale penale, e non doveva essere assoggettato allo stesso trattamento riservato ad un altro misero mortale: doveva essere "trattato col rispetto dovuto al suo stato ecclesiastico," e, in caso di condanna, questa gli veniva fatta scon– tare in luoghi separati da quelli destinati ai laici. Era un ritorno al medie– vale "privilegio del foro" che era stato abolito in Piemonte nel 1851 e nel resto d'Italia tra il 1859 e 1870. 11 Preti che abbiano gettato la tonaca o siano 11 Quando Giuseppe Tiso, ex capo del filonazista stato-fantoccio slovacco, fu impiccato a Bratislava come colpevole di alto tradimento contro la Repubblica Cecoslovacca, l'Osservatore 192 B~b._ .,.._:l Gino Bianco

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