Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

1 Trattati del LAterano Vaticano un contributo annuo del Governo italiano alle spese della Santa Sede, e rendere questa meno dipendente da quello che in Roma era chiama- " l' . . ,, to amencamsmo. Questi fatti furono dimenticati, quando Mussolini rivendicò a sé (di– scorso del 10 marzo 1929) il merito di aver composto "il grave dissidio che, come una spina nel fianco della nazione, aveva turbato la coscienza degli italiani dal 1870 in poi." Indubbiamente la Questione Romana era stata, mezzo secolo prima, "una spina nel fianco della nazione," "una fonte di turbamento, un pungiglione nella coscienza" per una parte del popol_oita– liano. Ma quando Mussolini andò al potere nel 1922, questi sentimenti erano stati superati. L'unica persona in Italia, per la quale la Questione Romana fosse una spina nel fianco, era il direttore dell'organo ufficiale della Santa Sede, L'Osservatore Romano. Quel disgraziato doveva scrivere di quando in quando un articolo per ricordare che la Questione Romana era insoluta, pur essendo sicuro che nessuno ci badava piu. Specialmente durante la guerra mondiale 1914-18, la "spina nel fianco" avrebbe dovuto turbare il sonno degli italiani. Ma le cattive notti che essi passarono in quegli anni - e ce ne furono molte - non furono certo dovute alla Questione Ro– mana. In ogni caso, spina o non spina, l'Italia superò la prova. Viceversa, l'Impero austriaco, senza alcuna spina nel fianco, anzi perfino con la bene– dizione del Vaticano, si sgretolò. È evidente che un impero può andare in rovina anche se è protetto dal Papa, mentre un Regno non riconosciuto come legittimo dal Papa può sopravvivere e anche prosperare. La Casa di Savoia e l'Italia se la cavarono non malamente prima della prima guerra mondiale, quando non erano ancora state legittimate dal Papa, e andarono in rovina pochi anni dopo essere state legittimate. Nell'autunno del 1922, la Marcia su Roma fu accolta con sirnpatia nel Vaticano. Il cardi~ale Gasparri disse al barone Beyens, allora ambasciatore del Belgio presso la Santa Sede: "Mussolini ci ha informati che lui è un buon cattolico, e che la Santa Sede non ha nulla da temere da lui ... Diamo– gli qualche mese di aspettativa. Ha molto da apprendere in materia reli– giosa, sebbene professi di essere un buon cattolico. La sua educazione ha bisogno di perfezionarsi. " 8 Né Pio XI né il cardinale Gasparri perdettero la loro fiducia nel pro– gresso religioso educativo di Mussolini per il fatto che dal 1 ° novembre 1922 al 31 marzo 1923, i fascisti uccisero in Italia non meno che 118 uomini e donne. Nella sola città di Torino, nei giorni 17 e 18 dicembre 1922, i fascisti fecero un vero macello. Il ras fascista di Torino -si vantò pubblica– mente di avere scelto ventiquattro antifascisti da una lista di trecento; era– no stati trovati non piu che quattordici cadaveri, il fiume avrebbe restituito gli altri se ne avesse avuto voglia, salvo che qualcuno non fosse trovato nei fossi intorno a Torino; due soli erano riusciti a fuggire. Poche setti- 8 BEYENS, Quatre ans à Rome, p. 139. 187 BiblotecaGino-Bianco

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