Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale attempate che avevano dato lunga prova della loro fedeltà. In conseguenza l'imposta di successione, assai alta, sarebbe stata pagata molto spesso, e avrebbe in pochi anni divorato il capitale. 6 Le condizioni del clero italiano erano disperate. Le rendite fisse in de– naro dei Vescovi, dei Capitoli e di molti p·arroci erano ridotte a ben poco per effetto dell'inflazione che aveva ridotto a un quinto il potere d'acquisto della lira. Molti parroci soffrivano la fame, e vivevano ormai quasi comple– tamente sulle offerte libere dei fedeli: cioè i Vescovi minacciavano di perdere su essi ogni influenza finanziaria. Il numero dei seminaristi, che intrapren– devano la carriera ecclesiastica, diminuiva rapidamente. Come se tanti guai non bastassero, il Banco di Roma, a cui molte istituzioni cattoliche e il Va– ticano e molti fra gli alti prelati del Vaticano avevano l'abitudine di affi– dare i loro capitali, era stato male amministrato ed era sull'orlo del falli– mento. Si diceva che occorreva un miliardo e mezzo di lire per evitare la bancarotta (PI. 23-VII-1922, articolo del corrispondente da Roma). Il Vaticano nel dopo guerra visse soprattutto sui contributi dell' Ame– rica, specialmente degli Stati Uniti,7 ma le entrate non coprirono mai tutte le spese. Nel novembre 1920, il Museo del Vaticano dové essere tenuto chiuso per alcuni giorni, perché il personale di servizio dové mettersi in sciopero per ottenere un aumento di salario. Nel 1919 fu pubblicato, con l'approvazione dell'Arcivescovo di Phila– delphia (Pennsylvania) un opuscolo Politica/ and financial independence of the Vatican, che fu subito tradotto in italiano: V n appello polacco-americano per la z"ndipendenza politz"ca ed economica della Santa Sede (traduzione dall'inglese di A. Palmieri, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1921). L'autore di quell'opuscolo, padre G.A. Godryez, scriveva: "Le condizioni finanziarie del Vaticano sono critiche; l'obolo di San Pietro non è sufficiente per stabilire salde fondamenta finanziarie"; "in seguito al disagio economico che la guerra produsse, la Santa Sede è venuta a trovarsi in condizioni eco– nomiche molto gravi." L'autore proponeva che i cattolici di tutti i paesi, co– minciando da quelli degli Stati Uniti, sottoscrivessero un capitale, i cui in– teressi fossero sufficienti alle spese del Vaticano. Il capitale da sottoscrivere era calcolato a 25 milioni di dollari. Alla morte di Benedetto XV c'era nelle casse della Santa Sede appena quanto bastava alle spese correnti per una settimana. Pio XI dové contrarre negli Stati Uniti due prestiti, uno nel 1923 e uno nel 1926. La dipendenza finanziaria dai cattolici degli Stati Uniti, che allora go– devano la fama usurpata di essere piu "liberali" che i cattolici europei, inquietava i prelati del Vaticano, quasi tutti italiani. Solamente un accor– do con l'Italia, che liquidasse la Questione Romana, poteva procurare al 6 EINAUDI, La guerra e il sistema tributario italiano, p. 368; CURATOLO, La Questione Ro– mana da Cavour a Mussolini, p. 176. 7 LOISEAU, Politique romaine et sentiment français, pp. 38-39. Il Loiseau era un diplomatico francese vissuto a Roma. durante la prima guerra mondiale, come agente ufficioso del Governo francese presso la Santa Sede. 186 Bib,utevd .Gino Bianco

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