Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Prefazione dezza nel giudicarle), nonché di quell'altro senso che può dirsi della con– vivenza internazionale e del retto giudizio delle forze morali e materiali che la compongono." Conformi alle sue qualità personali erano i suoi metodi. Ha scritto Vittorio Emanuele Orlando: "Raggiungere uno scopo in maniera pacifica e normale, attraverso mezzi normali, non soddisfa l'orgoglio di un dittatore. Per apparire sempre al popolo come un superuomo, occorre che la sua politica proceda per via di' atti inaspettati, improvvisi, vi'olenti, il cui scopo principale si·a di sbalordire, stordi're, far colpo. Ma soprattutto il dittatore preferisce le dimostrazioni di' forza per la forza, il cui vertice è la guerra di conquista." Di qui· la mancanza di qualsi·asi piano definito e l'uso di espedienti di– versi secondo l'umore mutevole della giornata, il ricorso a mezzi e soluzioni contrastanti, e, ogni volta che si trovava di fronte a delle resùtenze, alle mi·– nacce, ai discorsi truculenti e bellt'cosi, alle prevùiom· di una guerra a scaden– za piu o meno breve, all'argomento demografico di una popolazione italiana superiore alle risorse del paese e quindi posta nella necessità di· espandersi· o di esplodere, alla revùi·one dei trattati·, alla sottoscrizione di' molti patti, senza pensare nemmeno lontanamente alla loro efficaci'a, ma considerandoli pezzi di· carta. Anche qui il suo scopo non era quello di raggi·ungere un equi'librio, o di· risolvere questioni spinose, o di· mettere su un pi'ede mi– gliore i rapporti con qualche paese; mirava anzitutto al successo personale. Guariglia ci parla del "solùo sistema di' "Ji1ussolini,di giungere ad un ac– cordo purchessia, sfruttandone gli' immediati e transùori risultati a scopi impressi'onistici ... e poi ricomi'nciare da capo." Eppure, non ostante tutto questo fino al 1940 Mussolini fu lodato e am– mirato in molti· ambi'enti' esteri. Come mai? La spiegazione di questo fatto S. la dà nel lungo capitolo dedicato alla propaganda, che dichiara senz'al– tro "parte integrante della politi.ca estera" di Mussolini·. In Italia poteva far credere tutto quello che voleva dato che aveva soppresso ogni opposizione e fuori d'Italt'a non potendo rompere le teste, doveva conquistarle, e ne con– quistò un gran numero. Non tutti gli stram'eri approvavano i metodi ditta– toriali di MussoNni, e non sarebbero stati disposti ad i'mportarli nel loro paese. "Il fascùmo era considerato come la malattia di un popolo arretrato, l'Italia, mentre la democrazia era considerata sicura nei paesi di piu alta civiltà." Cosicché altro risultato del fascismo fu quello di gettare il disprezzo sul popolo italiano. E appunto la di'fesa del popolo italt'ano è uno degli scopi' del lt'bro, e per questo S. se la prende con gli ammi"ratori e sostenitori del Mussolini all'estero, e specialmente con quelli che a lui furono piu fedeli, e cioè gli inglesi. La sua critica si· esercita spietata contro i loro atteggiamenti e i loro giudizi, in pri·mo luogo quelli di Churchill. E non risparmia nemme– no la politica da essi seguita, specialmente verso la Società delle Nazioni·. La dimostrazione che tutta l'azi·one della Società i'n occasione della guerra italo– etiopi'ca fu una commedia, costituùce un'altra delle novità del lt'bro. E natu- xv BiblotecaGino Bianco

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