Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale non aveva niente da guadagnare da quel sadismo e non avrebbe potuto so– pravvivere ad una conflagrazione europea. Trattava l'Italia come se essa fosse un megaterio in un mondo di gazzelle, mentre l'Italia era una gazzella in un mondo di megaterii. Il discorso di Mussolini, che metteva in ridicolo il Patto Kellogg, fu pronunciato in un momento, in cui l'Italia, o meglio quella parte d'Italia - ragazzi delle scuole secondarie, studenti universitari e uomini della mi– lizia - che il Partito fascista mobilitava quando credeva di dover fare una "dimostrazione spontanea," era percorsa da una nuova ondata di violenta francofobia. Il 12 settembre 1927 un operaio venticinquenne di nome Sergio Di 1v1odugno aveva sparato contro il viceconsole italiano a Parigi e lo uq:ise. Perseguitato dalla polizia fascista, Di Modugno aveva dovuto fuggire in Francia, lasciando in Italia la moglie e un figlio di quattro anni. Quand'eb- be trovato lavoro, li mandò a chiamare, ma il Governo fascista negò i pas- · saporti. Il giovane assediò il consolato italiano di Parigi per avere la moglie e il figlio con sé. Il giorno dell'omicidio aveva aspettato due ore prima di essere introdotto nell'ufficio del viceconsole solo per sentirsi dire di nuovo che non c'era niente da fare. Tirò fuori una rivoltella e uccise il funzionario. Per il delitto del marito, la moglie di Di Modugno in Italia fu mandata a domicilio coatto col suo piccino nell'isola di Lipari. La giuria di Parigi condannò l'uccisore a soli due anni di prigione. Per comprendere la mitezza della sentenza, bisogna tener presente che i giurati francesi sono indulgenti quando si tratta di delitti politici. L'assassino di J aurès fu assolto. Cosf pure la donna, che uccise un impiegato del giornale monarchico francese L'Action française. L'assassino di Petljura fu assolto in Svizzera. Nel caso dì Di Modugno la giuria prese in considerazione le ingiustizie sofferte dall'accusato, da sua moglie e dal suo bambino. Non si poteva chiedere ai giurati francesi di modificare i loro criteri per far piacere a Mussolini. Non– dimeno Mussolini e i suoi amici, che avrebbero condannato Di Modugno a morte in Italia, non poterono digerire la lieve condanna che gli era stata inflitta in Francia. Il Popolo d'ltalt'a (l-XII-1928), in un articolo a grandi caratteri, qualificò il verdetto "Oltraggio di Parigi" e proclamò: "Verrà l'ora della vendetta." In molte città furono inscenate dimostrazioni anti– francesi con musica fornita da bande noleggiate dalla polizia. A Roma fu necessario proteggere l'Ambasciata francese contro "l'indignazione del po– polo." Proprio quando questo fermento era all'apice, il primo ministro fran– cese, Poincaré, parlando alla Camera francese, ebbe l'infelice idea di far osservare che se la Francia avesse abbandonato il mandato sulla Siria "un'al– tra nazione di tendenze imperialistiche" se lo sarebbe probabilmente preso. I fascisti compresero l'allusione. Il Corriere della Sera affermò che l'indigna– zione era tale che il popolo "avrebbe potuto facilmente ricorrere alla guer– ra." Una gentildonna fascista andò tanto lontano nel suo risentimento da 178 Biblu1.el,ct Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=