Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale La convenzione e il patto furono firmati il 2 agosto 1928, e in quella occasione il Re d'Italia confed a Ras Tafari l'Ordine dell'Annunziata, cioè fece di quel nero personaggio nientemeno che un cugino per sé e per tutti gli altri cavalieri dell'Annunziata fra i quali Mussolini. Gli italiani non hanno - o almeno non avevano allora - pregiudizi di colore. Ecco spiegato perché nel giugno 1928 Mussolini inondò con la propria benevolenza anche l'Etiopia. Convenzione stradale e patto di amicizia avrebbero potuto pro– muovere una proficua cooperazione. Fu certamente grazie alla politica di Cora che fra l'ottobre 1928 e il maggio 1929, fu possibile la esplorazione del barone Leopoldo Franchetti nella Dankalia. 5 Ma noi sappiamo che Mussolini firmava convenzioni e patti di ami– cizia con tutti i governi del mondo, e subito se ne scordava. Non appena i documenti etiop1c1 furono firmati, cominciò il sabotaggio di chi in Italia e in Eritrea cercava non la cooperazione pacifica, ma la conquista militare del paese. 6 Verso la fine del 1929 un ras si ribellò contro Hailé Selassié (questo no– me che sembra voler dire "Potenza della Trinità" era stato assunto da Ras Tafari nel 1928, quando si proclamò imperatore). Hailé Selassié per domare la rivolta domandò a Cora che gli procurasse da Roma carri armati, auto– mezzi, aeroplani e piloti. Dopo lungo silenzio, venne un rifiuto, e i mezzi per domare il ras ribelle vennero dalla Francia (CoRA, Attualità, pp. 26-27). Alla fine del 1930, Cora fu richiamato da Addis Abeba. E da allora in poi Hailé Selassié non volle piu sentir parlare né di strade camionabili né d'altro. .•. · I_., I Non si lavora di fantasia, se si sospetta che la politica di Cora non fu sabotata contro la volontà di Guariglia, dal quale dipendevano nel Ministero degli esteri gli affari coloniali. Da una relazione del 1° gennaio 1928, e da una memoria del 27 agosto 1932 (Ricordi, pp. 56-59, 763-73), risulta che Guariglia non credeva all'utilità della strada Assab-Dessiè; le attribuiva so– lamente "una utilità in senso negativo," cioè pensava che la sua non esecu– zione potesse servire a "dare una certa (sic) base alla azione bellica in Etiopia" (Ricordi, p. 56), a "fornire materia di discussione e di azione poli– tica" (Ricordi, p. 767). Guariglia metteva come premessa ad ogni discussione sul problema etio– pico il fatto ~he l'Eritrea a nord e la Somalia al sud dell'Etiopia non avreb– bero acquistato alcun valore reale, e sarebbero rimaste "due simulacri colo– niali," fino a quando il loro retroterra, cioè l'Etiopia, non fosse stato ad conversazioni fra lui, Guariglia, il Governatore dell'Eritrea e il Reggente. Si poteva parlare di un tale argomento in assenza cli Cora? È chiaro che su questo punto Guariglia non dice l'intera verità, anzi tace la parte piu importante della verità. 5 FRANCHETTI L., Nella Dankalia etiopica, spedizione italiana 1928-29, Mondadori, 1930. 6 Guariglia (Ricordi, p. 141) accusava il Governo abissino di avere dimostrato col suo "ostruzionismo sistematico" che la collaborazione doveva essere "imposta con mezzi energici." CoRA, Attualità, pp. 24-29, dimostra con dati convincenti che la mala volontà esisteva solo nella parte italiana; conclude che quando si vuole ammazzare il proprio cane si dice che è arrabbiato. 170 Biblo1.e'-J~ Gino Bianco

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