Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale che le attribuivano alcuni rispettabili idealisti." Ma "la Società delle Nazioni poteva continuare e avrebbe continuato ad essere utile in molte circostanze." Ciò che importava era che la Società si mantenesse all'altezza delle condi– zioni storiche, da cui era nata, e delle sue reali possibilità. Uno dei doveri, che incombevano alla Società in quel particolare momento, era la revisione dei trattati: "Il Patto della Società respinge ciò che si potrebbe chiamare la marmorea immobilità dei trattati di pace. La clausola che contempla que– ste eventualità apre la via alla revisione dei trattati." La Società delle Na– zioni non doveva quindi piu essere incaricata di questioni di scarsa impor– tanza, ma doveva servire quale strumento per la revisione dei trattati. Al tempo stesso Mussolini fece la seguente dichiarazione: "Il Governo italiano si dichiara a priori disposto ad assumere, come limite dei propri ar– mamenti, cifre qualsiasi, anche le piu basse, purché non sorpassate da al- ' 1 . 1 " " Ch " ' 1 . . cuna tra potenza cont1nenta e europea. e peccato, commento a nv1sta inglese Outlook, "che Mussolini parli cosi spesso come fascista e cosi di rado come uomo di Stato!" Chiunque avesse letto con attenzione il discorso del 5 giugno 1928 avrebbe scoperto che esso era precisamente il discorso di un fascista e non di un uomo di Stato. Infatti, l'altra "potenza continentale" che era invitata ad accettare il principio della parità con l'Italia non poteva essere che la Francia, dato che la Germania era ancora disarmata. Anche il Governo degli Stati Uniti chiedeva al Governo britannico d'impegnarsi a non superare gli armamenti navali americani. Ma non c'era né negli Stati Uniti, né in Inghilterra alcun uomo politico responsabile che non dichiarasse in tutte le occasioni possibili che una guerra tra America e Inghilterra sarebbe stata un inconcepibile atto di follia, ed era in base a questo sistema di idee che il Go– verno degli Stati Uniti chiedeva al Governo britannico di rinunziare a qualsiasi superiorità navale. Nel caso dell'Italia e della Francia, l'uomo che chiedeva alla Francia di rinunziare alla superiorità negli armamenti a pro– va di intenzioni pacifiche, aveva per ann1 fatto predicare in Italia che la Fran– cia era il nemico, col quale bisognava presto o tardi misurarsi. Inoltre, nel caso della Gran Bretagna e dell'America, la piu forte, l'America, chiedeva alla piu debole, l'Inghilterra, di accettare il principio della parità, come il solo mezzo di evitare una gara, in cui il debole non avrebbe potuto essere che soccombente. Nel caso dell'Italia e della Francia era il governo del paese piu debole, che faceva la richiesta di parità, dopo una lunga serie di arroganti provocazioni. Ultima ma non meno importante considerazione: se Francia e Italia si fossero accordate su un'eguale misura di armamenti, la Germania avrebbe seguitato a reclamare una misura di armamenti, per lo meno uguale a quella delle altre due. Il giorno, in cui la Germania avesse avuto il per– messo di riarmarsi, gli armamenti italiani piu gli armamenti germanici avrebbero sopraffatto gli armamenti francesi nella proporzione di due a uno. Mussolini chiedeva alla Francia di non far uso della sua superiorità finan– ziaria nella gara con l'Italia, ma di lasciarsi ricattare da lui con l'aiuto della 164 Bib ...., ..... a Gino Bianco

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