Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale nel Senato francese il 26 marzo 1935, Laval affermò che "nel 1928" M. de Beaumarchais aveva presentato a nome della Francia al Governo italiano "proposte che non furono accettate," e durante il processo Pétain (3 agosto 1945) affermò che il Governo francese era disposto "nel 1928" a cedere all'Italia l'oasi di Giado insieme con altre località di cui non ricordava piu i nomi, e queste concessioni erano maggiori di quelle da lui fatte a Musso– lini nel gennaio 1935. I Ricordi di Guariglia (pp. 68, 71-72, 117) ci consentono di vedere piu chiaro. Mussolini, "col suo solito sistema di giungere ad un accordo pur– chessia, sfruttandone gli immediati e transitori resultati a scopi impressioni– stici e poi ricominciare da capo," consentf a ridurre tutte le questioni italo– francesi alla situazione degli italiani in Tunisia e ai confini della Libia. Le concessioni di Beaumarchais non presentavano nessun "interesse pratico"; non erano che un successo "formale da gettare come polvere negli occhi degli ingenui italiani"; la questione albanese e la questione balcanica ve– nivano accantonate; e in cambio di quel niente, o quasi niente, Mussolini dava alla Francia "garanzie di sicurezza che impegnavano [l'Italia] a fondo in un conflitto europeo." Guariglia si vanta di essere riuscito a mandare a monte quelle trattative e cita i British documents; ma quali argomenti abbia usato per ottenere lo scopo, non dice. Comunque, è probabile non si vada lontani dal vero, pen– sando che il discorso del 5 giugno 1928 fu fatto dal Duce durante le "con– versazioni" con Beaumarchais, in un momento di euforia. In quel discorso Mussolini si degnò di mostrarsi benevolo perfino con la Società delle Nazioni. Fino a quel momento, qualsiasi fascista degno del nome si era sentito in obbligo di parlare della Società delle Nazioni con un sorriso di pietà per gl'imbecilli che la prendevano sul serio. Al massimo era lecito ammettere che essa potesse essere utile quale strumento delle Grandi Potenze per comporre piccole divergenze tra le potenze minori o promuovere iniziative umanitarie. Ciò che importava era che essa si mantenesse estranea alle questioni per le quali era stata creata, per esempio la questione di Corfu, la questione al– banese, il maltrattamento di minoranze nazionali e qualsiasi altra questione che potesse condurre alla guerra. Coppola, che tra il 1925 e il 1927 fu uno dei delegati alla Società, fece osservare al suo pubblico che la Società non aveva altro ufficio se non quello di "un club o borsa internazionale in cui, in piena libertà e senz'alcuna forma di coercizione - politica, giuridica o morale - si incontravano periodicamente i rappresentanti dei vari Stati per discutere senza formalità questioni che potessero dividerli o turbarli. 111 I problemi, da cui dipende la vita delle nazioni, richiedono forza e non giu– stizia, e vengono risolti con la forza delle armi e non col ricorso alla "mi– tologia wilsoniana o ginevrina": 1 COPPOLA, Crisi e pericoli del culto ginevrino, in Politica, maggio, 1927. 162 BibluLecaGino Bianco

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