Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Pensate, giovani camerati, che potrebbe spuntare il giorno m cm voi foste chia– mati a combattere una guerra - guerra terribile e seducente ad un tempo. Prepa– ratevi per questo evento, al quale un giorno potrete essere invitati a partecipare. Se un giorno dovrete combattere una guerra, come sarà· bella questa guerra! Sentirete den– tro di voi, e dietro a voi, tutta l'Italia che vi aiuterà, vi assisterà e v'imprimerà sulla fronte il bacio della vittoria. 4 In quello stesso mese lo Stato Maggiore della milizia fascista pubblicò un "decalogo" per gli 80.000 giovani che stavano per essere ammessi nella milizia e dotati di fucili. Il primo articolo disponeva quanto segue: "Il fa– scista, e in particolare il milite, non deve credere nella pace perpetua." L' ot- 1 "M 1·. . h . " 5 I 11 tavo proc amava: usso m1 a sempre ragione. n que o stesso mese usd un libro di propaganda, intitolato Santa Nfilizia (Roma, Stirpe Italiana Editrice, 1928) in cui erano sciorinati (pp. 16 e 17) i seguenti pensieri: È evidente che la pace non può durare sempre. Una nuova ripartizione dei beni del mondo non è affatto improbabile. Accadrà questo in un avvenire prossimo o re– moto? Roma dominò il mondo mediante la guerra offensiva. La grande eredità, che abbiamo avuta in retaggio, impone a noi un compito simile. I trattati sono stati defi– niti altrettanti pezzi di carta. Quale valore possono avere, quando sono in gioco que– stioni vitali per le nazioni? Dobbiamo prepararci per l'eventualità di essere noi quelli che violeranno i trattati oppure vederli violati dagli altri. Convinto che tutta questa bellicosità non servisse che per uso interno, il nuovo ambasciatore francese iniziò con Mussolini le "conversazioni" il 19 marzo 1928. Di esse non si tennero verbali! (GUARIGLIA, p. 71). Ed ecco che nell'aprile del 1928 le elezioni francesi lasciarono immutata la situazione parlamentare. La profezia di Coppola che un Governo conser– vatore in Francia sarebbe stato piu disposto a venire a patti con Mussolini, non fu messa alla prova. In conseguenza Mussolini concesse un'intervista ad un corrispondente del giornale nazionalista di Berlino, Der Tag (28-IV- 1928), per dire cose che il giornalista non osò pubblicare, data la loro bru– tale franchezza. Tuttavia il giornalista senti di poter rivelare che Mussolini si era mostrato desideroso di creare un blocco italo-germanico contro la Francia. Quando il giornalista aveva chiesto "perché l'Italia non adottasse verso la Germania la politica che seguiva verso l'Ungheria," Mussolini ri– spose che le ragioni si dovevano cercare nell'interno della Germania. La Germania doveva cessare d'interessarsi del Tirolo meridionale. Allora sareb– bero crollate tutte le barriere fra Germania e Italia. La stampa germanica sperava in un riavvicinamento franco-germanico. Questo erroneo sforzo per guadagnarsi il favore della Francia portava il Reich su falsa strada. I confini della Germania erano altrettanto iniqui che quelli dell'Ungheria. Il cuore 4 Nel suo opuscolo Vittorie dottrinali del fascismo, p. 37, si può ammirare il seguente aforisma: "L'umanità consta per noi soltanto di 42 milioni d'italiani in Italia e di 10 milioni d'italiani all'estero." 5 Questo documento fu riprodotto nell'Observer di Londra, 25-III-1928, con quei resultati di ilarità fra la gente, che si possono bene immaginare. 158 Biblv vd Gino Bianco

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