Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Non disponiamo ancora di documenti che spieghino quest'improvviso cambiamento. La spiegazione piu plausibile è che i Governi di Londra e Parigi si erano accordati in quel momento contro gli Stati Uniti sulla questione navale, e sir Austen, per dare a Briand una prova del suo amore, informò Mussolini che era venuto il momento di mo·strar benevolenza non solo per la Francia, ma anche per un paese cosi strettamente associato alla Francia come la Jugoslavia. La neonata corrispondenza di amorosi sensi tra Briand e Mussolini non poteva arrestarsi ad uno stadio platonico. In Italia si dice, con scarso rispetto per il bel sesso, che le parole son femmine, mentre i fatti son maschi. Mus– solini aspettava i maschi. Questi non si fecero aspettare. Nel gennaio del 1928, i doganieri au– striaci, esaminando cinque carri merci alla frontiera austro-ungarica, sco– prirono che contenevano, non le macchine agricole dichiarate nel foglio di entrata, ma mitragliatrici. I carri venivano da Verona, e la spedizione era diretta ad una ditta sulla frontiera czeco-ungherese: nessuno aveva mai sentito parlare né della ditta che spediva, né <li quella che avrebbe dovuto ricevere i carri. Ma per raggiungere la destinazione, i carri dovevano attra– versare l'Ungheria. Non ci vuol molto a capire dove sarebbe stato sbarcato il loro contenuto. Il Consiglio della Lega delle Nazioni non poteva ignorare questo fatto, perché gli armamenti dell'Ungheria erano stati messi dal trattato del Tria– non sotto sorveglianza internazionale, e questa sorveglianza era stata affi– data, proprio nel 1927, al Consiglio della Lega. Su questa base i governi della Piccola Intesa chiesero che il Consiglio facesse una inchiesta sulla fonte e sulla destinazione delle armi. La stampa di Mussolini protestò contro una tale scandalosa limitazione della sovranità ungherese. Ecco quello che disse il Popolo d'Italia del 29 febbraio 1928: La campagna contro l'Ungheria da parte della Piccola Intesa e della Francia ha tutti i caratteri dell'odiosità. Quattro stati armatissimi si accaniscono contro una na– zione mutilata, accerchiata e disarmata. Se la Società delle Nazioni si presta ad un tal gioco di gelosie e di odi, essa minaccia di ridursi ad una Santa Alleanza di vinci– tori armati, prepotenti ed aggressivi, contro i popoli vinti, disarmati ed avviliti. Le nostre tradizioni mazziniane e garibaldine ci impedis~ono di seguire queste persecuzioni. La Società delle Nazioni è la piu perfetta organizzazione per trasforma– re i minimi incidenti in crisi mondiali. Per fortuna non funziona. Infatti non funzionò nelle mani di Sir Eric Drummond. 2 Nel marzo 1928, Briand propose al Consiglio della Lega che fosse fatta una inchiesta 2 La storia degli espedienti con cui il Segretario del Consiglio della Lega evitò una in– chiesta nella questione, può essere letta in ToYNBEE, Survey of International Affairs: 1927, pp. 166-67. Mr. MuNRO,in Through Fascism to World Power, e Miss CURREY, in Italian Foreign Po– licy, han preso cura di ignorare questo incidente. È strano che anche Macartney e Cremona nel loro Italy's Foreign and Colonial Policy abbiano seguito l'esempio di mr. Munro e di miss Currey. 154 Bib Ul vd GinoBianco

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