Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Prefazione due verità diverse. Se un'affermazione è vera, l'opposta è falsa." Ma fin qui si tratterebbe piu di impassibilità che di imparzialità. Questa impegna a dire che il "bianco è bianco e il nero è nero, il bene è bene e il male è male. O di qua o di là." Per il temperamento ed educazione S. è "o di qua o di là." Si può di.re che egli abbia fatto suo ideale ciò che Achille Coen, suo professore di storia antica a Firenze, aveva detto di se stesso lasciando l'insegnamento nel 1911: "lo credo di non aver mancato di esercùare la parte piu importante dell'ufficio che mi fu affidato, cioè di procurare non solo di addottrinare le menti degli allievi, ma anche di educare il loro spirito ... Ho procurato di insegnarvi sempre il sentimento del dovere e l'a– dempi"mento rigoroso del dovere, la consuetudine di manifestare sempre schi"ettamente, apertamente il vostro pensiero, cercando di inculcarvi la sal– dezza del carattere, poi'ché il carattere val piu che l'ingegno e la dottrina." Ricordando queste parole in una interessantùsima e commovente pagina autobiografica sugli" anni' nei quali studiò a Firenze, S. conclude che i suoi maestri gli insegnarono che ri'cercarela verità, ed attenersi alla verità è que– stt'one "oltre che di metodo storico, di probità intellettuale e di serietà mo– rale" (Ponte, febbrai'o 1950). ·A questi princi'pt e al culto della verità S. si è mantenuto fedele per tutta la vita, senza riguardi per nessuno, senza badare se quello che affermava avrebbe gi'ovato o no alla sua tesi·, a costo anche di' "rompere amicizie che per molti anni gli erano state preziose." Con piena coscienza quindi poteva affermare: "Non fui mai· a servizio di nessuna propaganda. Servii la verità perché quella, secondo me era la verità." Ed aggiunge che "ha arrischiato un' affermazi'one solo dopo aver ottenuto la certezza di non poter esser confutato. " Con queste idee e col rigore del metodo filologico appreso a Firenze non fa meravi'glt'a che egli di'mostri una scrupolosità estrema. Non si ac– contenta mai di quello che ha trovato, ma insegue instancabi'lmente altri documenti' ed altre testi'monianze, ed ha un fiuto meraviglioso nello scovarli: "i·nfaticabile scavatore di testi documentari," lo ha definito il Salvatorelli'. Non trascura nemmeno i particolari piu mi'nuti: "La, verità va rispettata sempre a'!lche se si tratta di pi'ccolezze"; "sono pedante, ma bisogna far meglio che si può quel che si fa"; e ancora: "Si perderà tempo, ma occorre le cose o farle bene o non farle affatto." Accingendosi' poi' a trattare una materia i'nfuocata, la sua preoccupa– zione è stata quella di tenersi· "sempre in guardia contro il proprio pre– concetto." Non ha mai· rischiato un'affermazione senza essersene procurato la prova, e si è sempre proposto il problema: "Se fosse qui· presente a con– traddirmi un intelligente e ben informato ammiratore del regime fascista italiano, potrebbe smenti'rmi e in base a quali prove?" Proprt'o su questo punto fu estremamente fortunato: i'nfatti la prima edi'zione venne letta e postillata da Mussolini in persona, come è riferito nell'Appendice B. Il ri·– sultato fu che solo un particolare risultò falso, lasciando però intatta la so- XII BiblotecaGino Bianco

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