Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capitolo quindicesimo Piccola Intesa - Bulgaria "". Ungheria - Austria Nel giugno 1930, Guariglia raccolse le sue op1n1on11n un memoran– dum (Ricordi, pp. 111-127), che merita di essere riassunto nei dati essenziali. Fino a che punto Guariglia condividesse l'euforia delle "folle aspet– tanti" nei "raduni oceanici," non è dato conoscere. Forse per essere letto fino alla fine non sconfessava quell'" indefinito desiderio di maggiore espan– sione e maggiore potenza" e quel "prepotente bisogno, forse piu morale che materiale, di seguire una politica di movimento e di attività," che forr,navano la gloria del regime fascista e .del suo Duce. A parte questa ge– nerale atmosfera di irrealtà che circondava le idee esposte nel memorandum, Guariglia osservava che in un primo periodo il Governo fascista, "pur non nascondençlo il suo volto guerriero," aveva cercato d"' inserirsi con le mi– nori scosse possibili nella politica internazionale," mantenendo fermo il principale postulato storico della politica estera italiana, cioè "quello dei buoni rapporti col Governo britannico." Si arrivò cos1 ai Patti di Locarno. Ma il Governo fascista firmò quei patti con profondo scetticismo, e proprio allora iniziò "una azione audace, ma piena di incognite." "Per ragioni che sono a tutti in realtà poco note," fu iniziata in Albania una azione in aper– to contrasto con la politica di accordi sino allora seguita con la Jugoslavia. La questione albanese avrebbe potuto formare oggetto di trattative con la Jugoslavia, ed essere risolta ad un momento opportuno, anche nel senso di una eventuale spartizione d'influenze e perfino di territori. Invece era stata creata al fianco orientale dell'Italia una preoccupazione che era evitabile. A questo danno se ne aggiunse un altro: la Jugoslavia fu costretta a gra– vitare verso la Francia, e cosf la Francia acquistò uno strumento di pres– sione sull'Italia, cioè i rapporti franco-jugoslavi trattenevano il "dinamismo" della politica estera italiana. (Cioè una politica di movimento e di attività, diretta dal prepotente desiderio di maggiore espansione e maggiore poten– za, aveva prodotto effetti opposti a quelli che si desideravano! Commento dell'autore del presente libro.) Nello stesso tempo le questioni propriamente italo-francesi si riacutiz– zarono: "ciò forse perché si credette da parte nostra di metterle all'ordine 142 Bibloteca Gino Bianco

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