Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Bibl Preludio alla seconda guerra mondiale comune azione militare fra Francia e Jugoslavia, nel caso di una aggressione italiana contro l'una o l'altra, era nella natura delle cose, senza bisogno di documenti scritti. La geografia parlava piu di qualunque trattato. Fu Mussolini che pose fine ai dubbi di Briand, con uno di quei colpi di testa che erano stati la specialità di GÙglielmo II prima del 1914. Mentre i Gabinetti di Parigi e di Madrid negoziavano sulla questione marocchina, tre navi da guerra italiane entrarono nel porto di Tangeri, il 28 ottobre 1927, quinto anniversario della Marcia su Roma. Per rendere la cosa piu spettacolosa, comandava la squadra il principe di Udine, cugino del re d'Italia. La visita della squadra navale - annunciò il Principe in una dichiarazione ufficiale è un atto di presenza e un memento che il Governo italiano non accetterà alcuna soluzione della questione, raggiunta senza il suo consiglio e la sua cooperazione. Tale cooperazione deve risultare da una conferenza o da conversazioni sull'argomento, a cui il Governo italiano dev'essere rappresentato su un piede di uguaglianza con le altre potenze interessate (LT. 29-X-1927). Non c'è dubbio che Mussolini si era assicurata 1n precedenza la con– nivenza di sir Austen, benché il gesto teatrale fosse certamente opera sua. Infatti il Foreign Office dichiarò che non era il caso di turbarsi per quel gesto, dato che esso era "tipico" di Mussolini, ma in fondo Mussolini aveva ragione di chiedere una partecipazione all'accordo di Tangeri. 11 Molto pro– babilmente sir Austen era d'avviso che la questione non meritasse l'ostina– nazione con cui il Quai d'Orsay la trattava. E aveva ragione. Briand rispose firmando, 1'11 novembre 1927, il Trattato di amicizia e arbitrato con la Jugoslavia, che era pronto da un anno. Quando le firme furono scambiate, Briand ebbe cura di dichiarare che si trattava di "un fatto semplicissimo e assolutamente normale": Abbiamo semplicemente preso atto di una situazione, che esisteva da molto tempo. Questo Trattato non è diretto contro alcun'altra potenza. Se lo firmammo solo oggi, è perché volevamo dargli maggiore estensione. Avevamo sperato di indurre altre nazioni ad unirsi a noi. Nulla ci vieta di sperare che otterremo questo scopo, e faremo il pos– sibile per raggiungerlo. Era_un invito al Governo di Roma perché anche esso si associasse con quelli di Parigi e di Belgrado in qualcosa di simile a quello che i francesi h . " ' . ,, c 1amano un menage a tr01s. Mussolini non comprese mai che cosa potesse essere "un menage à trois." Comprendeva solamente la politica del marito geloso. Reagf imme– diatamente con un nuovo Trattato italo-albanese "di alleanza difensiva" che fu firmato a Tirana il 22 novembre 1927. Anche questo Trattato era "semplicissimo e assolutamente normale," e non faceva che: consacrare una 11 STUAllT, The international city of Tangiers, pp. 145-47 . .. 140 .J Gino Bianco

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