Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Albania contrario a Briand nella politica da adottare riguardo alla Cina. La stampa fascista aveva ardentemente appoggiata l'idea di una spedizione militare italo-britannica contro i nazionalisti cinesi, benché non ci fossero interessi italiani di gran conto in Cina. Sempre nel febbraio 1927, Mussolini respinse un invito del Governo degli Stati Uniti ad una conferenza sulla limitazione degli armamenti navali. La nota italiana del 30 febbraio 1927 dichiarò che "il Governo italiano riteneva che il disarmo, per essere efficace, deve essere universale. L'Italia non poteva, senza grande suo rischio, impegnarsi a limi– tare i propri armamenti navali che erano già insufficienti per i bisogni della sua difesa." Per dimostrare che il Duce non avrebbe mai abbandonato que– st'atteggiamento bellicoso, la rivista Forza militare pubblicò, nel numero di aprile 1927, un messaggio del Duce che diceva: "Il momento attuale si presta singolarmente all'attuazione del nostro programma militare. Per noi soldati come per tutti gl'italiani degni di questo nome, la nostra vittoria nell'ultima guerra non si dovrebbe mai considerare quale un risultato defi– nitivo ma solo quale punto di partenza verso altre mete." Cosf il Duce se– condò l'Ammiragliato britannico nel sabotare la iniziativa americana. Poteva sir Austen non dare qualcosa in cambio? Niente per niente. Il 23 marzo, il 6 aprile, il 2 maggio e il 12 giugno 1927, sir Austen dichiarò alla Camera dei Comuni che "il Trattato di Tirana era stato con– cordato da due Stati sovrani" - disse proprio "Stati sovrani," intendendo parlare anche dell'Albania! Aggiunse che nella loro intervista di Livorno del settembre precedente, Mussolini aveva dichiarato che "intendeva conser– vare l'integrità dell'Albania" (l'integrità non l'indipendenza), e che egli, sir Austen, aveva "data la sua piena approvazione a quella dichiarazione; unico interesse del Governo britannico nella questione era la conservazione della pace." Richiesto se credesse veramente che il Trattato di Tirana fosse stato fatto per garantire la "indipendenza dell'Albania," rispose: "Non è facile trattare un argomento di questo genere durante un periodo di crisi. Non tocca a me commentare il Trattato di Tirana; un intervento da parte della Società delle Nazioni si sarebbe rivelato pericoloso "; era molto meglio che la questione fosse decisa mediante "conversazioni dirette fra le parti interessate. 1110 Quando c'è una lotta tra un cane diplomatico grande ed uno piccolo, e un altro cane diplomatico grande è d'avviso che la questione deve essere decisa dalle "parti interessate," questo significa sempre che questo cane grande è dell'opinione che le spese della controversia deve farle il cane piccolo. Scomparso ogni rapport~ di buona vicinanza fra Roma e Belgrado, quest'ultima doveva cercare la garanzia francese contro una eventuale ag– gressione italiana. Briand esitò a lungo. Non voleva irritare il Duce. Una 10 Nel memorandum del giugno 1930 - che sarà esaminato al principio del capitolo se– guente - Guariglia (p. 115) accenna al fatto che, mentre il Governo francese non fece mai -nulla per dissuadere il Governo italiano della sua politica albanese, il Governo inglese funzionò da frenatore. Tutto quanto sappiamo da altre fonti contraddice l'affermazione di Guariglia. 139 BiblotecaGino Bianco

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