Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Prefazione dannavano apertamente; dall'altra gli ambienti conservatori di Francia e d'Inghilterra lo consideravano con favore e come il regime che senz'altro si meritava il popolo italiano. La grande maggioranza dell'opinione pubblica poi si atteneva a quello che pubblicavano i giornali, che nella maggior parte erano l'eco della propaganda fascista. Su quello che pensavano gli ambienti conservatori inglesi abbiamo una testimonianza autorevolissima, quella di Churchill, che defini Mussolini "grande uomo" e per venti anni lo ammirò, e, ancora nel 1951, scrisse di lui che durante i 21 anni della sua dittatura "aveva sollevato il popolo italiano dal bolscevismo, in cui avrebbe potuto sprofondarsi nel 1919, per portarlo in una posizione in Europa quale l'Italia non aveva mai avuto prima. L'alternativa al suo regime avrebbe potuto esse- '! 1· . ,, re un ta ta comunista. Contro queste opinioni prevalenti all'estero insorse Salvemini ed iniziò subito un'intensa campagna con conferenze e articoli di giornali per sfa– tare le leggende create dal fascismo, in particolare quella di aver salvato l'Italia dal bolscevismo, per illustrare i metodi di violenza coi quali il fa– scismo si era impadronito del potere e vi si manteneva, per condannare tutta la sua azione di governo, per difendere il popolo italiano, che le vio– len·ze fasciste avevano costretto a dover sottomettersi al dominio fascista. Nel 1927 usci t 0 l libro The Dictatorship in Italy, nel quale esaminava le origini e l'affermarsi del fascismo, la complicità che aveva avuto, la salita al potere, il regime dittatoriale istituito in Italia. Ora per rimanere fedele ai motivi della sua campagna contro Musso– lini e il fascismo Salvemini non poteva limitarsi alla politica interna, ma era inevitabilmente indotto ad esaminare anche- la politica estera. Questa era il punto debole del regime fascista. Infatti è quella che per lo piu costituisce il tallone d'Achi'lle delle dittature, e appunto nella politica estera si è avuto il maggior fallimento del fascismo e di Mussolt'ni, e l'esito infelice e tragico della guerra uscita da quella politica estera è quello che ha provocato la ca– duta dell'uno e dell'altro. È noto che la politica estera, data la sua complessità e data la cono– scenza che richiede dei problemi internazionali, e non solo di quelli pura– mente politici, ma anche delle risorse economiche, delle forze sociali, delle tradizioni, dei costumi, delle idee, dell'indole, degli interessi dei singoli popoli, di regola è conosciuta da pochi ed è fatta da pochi mentre la grande maggioranza se ne occupa solo quando intervengono avvenimenti straordi– nari, e ne ha una conoscenza confusa ed imprecisa, quando non errata. Era cosi all'epoca anteriore alla prima guerra mondiale, è stato cosi fra le due guerre, è cosi anche oggi, non ostante molti ne parlino e pretendano di in– tendersene. Ora Salvemini conosceva a fondo anche la politica estera. L'interes– se ad essa era sorto soprattutto in occasione della prima guerra mon– diale, e da allora cominciò ad occuparsene di proposito con diversi studi che vedranno la luce nel IV volume déglt' "Scritti di politica estera." Quindi X BiblotecaGino Bianco

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