Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capitolo quattordicesimo Albania In un'intervista con la United Press americana (10-XI-1926) Mussolini annunziò che l'Italia "stava rinnovando la storia dei Cesari": "Io tengo sempre un busto di Cesare davanti a me. L'ho voluto qui perché fosse per me fonte costante d'ispirazione." Il solo paese verso cui Mussolini poteva dirigere le sue cesaree ispira– zioni, era l'Albania. Se gli affari europei fossero stati affidati a uomini di buon senso, questi avrepbero incaricato la Società delle Nazioni di amministrare l'Albania, per un periodo di venticinque o magari cinquant'anni. Un commissario inter– nazionale, assistito da forze sufficienti, avrebbe mantenuto l'ordine, costruito strade e ferrovie, bonificate le zone malariche, istituito scuole, espropriati i Bey, organizzata la popolazione in cantoni autonomi simili a quelli della Svizzera, e addestrate le generazioni piu giovanì a vita civile. Verso la fine di quello che, secondo nazionalisti e fascisti, era "lo stupido secolo decimo– nono,'' e nei primi anni del secolo ventesimo, esisteva in Europa un "Con– certo delle Potenze." Per quanto imperfetto, questo tentativo di coopera– zione internazionale diede due risultati, che dopo la prima guerra mondiale avrebbero potuto fornire buoni precedenti per trattare la questione albanese. Dopo la ribellione dell'isola di Creta contro la dominazione turca (1896), il Concerto delle Potenze prese sotto la propria sorveglianza l'isola, che era in preda al caos; il mantenimento dell'ordine fu affidato ad una forza di polizia italiana, la quale dette bell'esempio di integrità ed umanità; e quando venne il momento opportuno, Creta passò senza turbamento sotto la sovranità gre– ca. Di nuovo nel 1904 il Concerto delle Potenze prese sotto la propria am– ministrazione la Macedonia, straziata da lotte feroci. Dal 1904 al 1908 quel disgraziato paese godé relativa pace e prosperità. La rivolta dei Giovani Turchi nel 1908 pose termine alla amministrazione internazionale della Ma– cedonia, e gli orrori ricominciarono. La Società delle Nazioni avrebbe po– tuto facilmente diventare un secondo e meno rudimentale Concerto di Po– tenze, facendo per l'Albania ciò che già era stato fatto per Creta e per la Macedonia. Anche chi riteneva la Società delle Nazioni inadatta alla so- 132 Biblutcca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=