Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

L'affare Garibaldi riglia intende, come ho detto, la non espulsione di qualche fuoruscito e la non soppres– sione di qualche giornaletto, che nessun francese leggeva, se non altro, per ignoranza dell'italiano, mentre quel giornaletto sciupava molto del suo spazio a discutere con altri giornaletti come fare una rivoluzione antifascista che nessuno faceva, beccandosi con gli altri come i capponi di Renzo. Ma poteva il Governo francese espellere persone e sopprimere pubblicazioni che non violavano nessuna legge francese? Dovevano i francesi adottare nel loro paese una legislazione fascista contro i fuorusciti per far piacere al Duce? Per debito di lealtà, si deve riconoscere che negli ambienti della emigrazione ita– liana in Francia si bucinava che, dopo la caduta di Poincaré, Herriot fu in relazione con Ricciotti Garibaldi, credendolo persona utilizzabile. Erano voci di cui era difficile accertare il fondamento. Da che mondo è mondo ogni governo ba cercato di sfrutta– re, contro quei governi, coi quali si trovava a contrastare, i movimenti di opposizione interna e gli emigrati politici. Mussolini stesso spendeva milioni fra i giornalisti fran– cesi, e incoraggiava in Italia la formazione di nuclei croati antiserbi, e di tedeschi na– zisti, mentre mandava sussidi e incitamenti alle Heimwehren austriache (GUARIGLIA, Ricordi, pp. 76-85), nemiche dei tedeschi nazisti. Ma il fatto che nel 1925-26 Musso– lini fabbricò in Francia con Ricciotti Garibaldi un antifascismo artificiale, dimostra che un pericolo serio da quella parte non esisteva. Quel pericolo artificiale doveva dar materia agli sfoghi francofobi dei pennivendoli e dei balilla. La scoperta, poi, che Ricciotti Garibaldi era un agente provocatore,• consigliò, da allora in poi, nel Governo francese grande riserva. Fra i fuorusciti le spie erano come le mosche intorno al mie– le; e il Governo francese non poteva non saperlo, perché teneva anche esso le sue mosche intorno a quel miele. Dato che Guariglia ha ritenuto conveniente trattare l'argomento dei fuorusciti con tanta disinvoltura, non sarà male ricordare alcuni fatti non tutti - che egli avrebbe fatto bene a prendere in considerazione. Nel febbraio 1927, pochi mesi dopo che si era sgonfiato il pallone di Ricciotti Garibaldi, un tale Canovi arrivò a Parigi. Sebbene dicesse di essere un fascista dissi– dente, era in ~tretto contatto col direttore del giornale fascista di Nizza Pensiero La– tino. Propose ad un fuoruscito italiano di organizzare un attentato alla vita di Musso– lini. Lui e il direttore del Pensiero Latino furono espulsi dalla Francia, mentre Musso– lini avrebbe preferito fossero espulsi dei fuorusciti autentici e fosse soppresso qualche giornale antifascista autentico. Nel 1928 Canovi fu internato nell'isola di Ustica per "attività antifascista." Ad Ustica, naturalmente, riusd a scoprire un altro grande com– plotto: 25 antifascisti furono imprigionati, e alla giustizia ci volle un anno per sta– bilire che il complotto era esistito solo nella mente dell'agente provocatore, e mettere fine alla prigionia preventiva degli accusati. Nell'autunno del 1927, molti altri ardenti "rivoluzionari" riuscirono ad entrare in Francia. Tra i piu rumorosi vi era un sedicente repubblicano Savorelli. Aveva il piano di "provocare una grande insurrezione" in Italia, e per attuare questo piano co– minciò a comprare armi in Belgio, a raccogliere nomi e indirizzi di persone pronte a prender parte alla impresa. Savorelli e gli altri "congiurati" si riunirono alla redazio– ne del Corriere degli italiani, quotidiano antifascista. Ricciotti Garibaldi aveva tentato invano di impadronirsi di questo giornale verso la fine del 1925. Profittando ora delle difficoltà finanziarie, nelle quali il giornale si trovava, un finanziatore francese provvi– de il necessario per evitare che morisse, affermando che dietro a ·lui vi era un uomo d'affari italiano, Gualino, allora uno dei piu grossi magnati fascisti. Dopo questa tra– sfusione di sangue franco-fascista, il Corriere degli Italiani iniziò una violenta cam– pagna di vituper1 contro i capi della emigrazione politica italiana, pigri, vili e man– canti di vero spirito rivoluzionario. Nel dicembre 1927 apparvero su di esso grandi titoli incitanti gli italiani ad assassinare Mussolini. Il Governo francese ne ordinò la soppressione. La stampa fascista in Italia ignorò questo atto di buona volontà. Quel che si desiderava non era la soppressione del Corriere degli Italiani, ma la espulsione 129 10 BiblotecaGino Bianco

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