Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

L'affare Garibaldi della fotografia che vi era attaccata. Allora la polizia italiana informò quella francese che un certo Scivoli, residente in Francia, stava organizzando un complotto contro Mussolini. Ma non fece conoscere né l'indirizzo di Scivoli, né consegnò la sua fotografia. Sperava che la polizia francese non fosse ca– pace di agire rapidamente, e potesse perciò essere accusata di poco zelo. Se Scivoli fosse andato in Italia, sarebbe stato arrestato alla frontiera con le lettere di Ricciotti e dei tre anarchici. Sarebbero stati arrestati anche i destinatari delle lettere. Scivoli e Lucetti erano della stessa città. La carta di identità di Lucetti avrebbe provato che egli apparteneva alla "Avan– guardia" di Garibaldi. Data la mentalità giuridica dei fascisti, questi fatti sarebbero stati piu che sufficienti per provare che le persone, cui erano in– dirizzate le lettere, erano complici di Lucetti, di Scivoli, e di tutti coloro, compresa la polizia francese, che in Francia complottavano contro Mus– solini. Ricciotti era anche in contatto col colonnello Macia, un fuoruscito spa– gnolo dalla testa vuota, che si preparava ad invadere la Spagna alla testa di rivoluzionari spagnoli. Ricciotti mise gli italiani delle sue "legioni" a disposizione di Macia. La "scoperta" del "complotto" contro la vita di Mus– solini doveva coincidere con la impresa di Catalogna. Entrambe le imprese erano. state organizzate sul suolo francese, sotto la protezione delle leggi francesi, e naturalmente con la connivenza del Governo francese. Le notizie del complotto di Macia trasmesse da Ricciotti a Mussolini, furono comunica– te da quest'ultimo non al Governo francese, che avrebbe potuto soffocare in germe il tentativo di Macia, ma a Primo de Rivera, allo scopo di irritarlo contro la Francia. Mentre il complotto si stava concertando, la stampa fascista e i capi fascisti intensificavano la campagna contro i fuorusciti italiani, i loro com– plici in Italia ed il Governo francese, complice di tutti. 5 Mussolini non voleva provocare una guerra con la Francia. Desiderava solo provocare una seria crisi diplomatica, che costringesse il Governo fran– cese a concedere l'estradizione di alcuni fuorusciti italiani fra i piu conosciuti. Nella crisi diplomatica, che sarebbe sorta in seguito alla "scoperta del com– plotto," Mussolini si sarebbe potuto appoggiare non solo su Primo de Rivera, che non contava nulla fuori della Spagna, ma anche su sir Austen Chamber– lain che parlava a nome del Governo britannico. Sir Austen non avrebbe potuto rimanere in disparte, in una disputa cosf pericolosa per la pace del– l'Europa. Tutti gli "organi della pubblica opinione" inglese avrebbero fatto pressioni sul Governo francese, per costringerlo, in nome del cielo e per amo– re della pace, a dare a Mussolini la modesta soddisfazione che richiedeva, cioè l'espulsione di pochi fuorusciti. Il popolo francese aveva già tanti pro– blemi per conto suo, che non avrebbe avuto ragione di sfidare gravi difficol~ 15 Il lettore troverà piu abbondanti particolari su quest'ignobile affare nel resoconto ufficiale del processo Macis-Garibaldi: Etat Català, e in un libro del commissario di polizia che interrogò l'agente provoc11tore Garibaldi: A. Bl!.NOIST, Les mystères de la police, pp. 196-226. 125 Bibloteca Gino Bianco

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