Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda ftte1'ra mondiale zione. Persino il Figaro, filofascista, osservò che le parole insensate di Mus– solini potevano interpretarsi solo come una richiesta indiretta di una specie di extraterritorialità per gli italiani viventi in Francia, i quali sarebbero passati sotto controllo delle autorità italiane: "Se noi abbiamo consentito l'abolizione delle capitolazioni in Turchia, è legittimo che non possiamo permettere che si stabilisca in Francia un regime che rassomigli anche lon– tanamente alle capitolazioni. " 4 Briand diramò il 19 settembre, un comunicato circa l'attacco ai conso– lati francesi: "Il Governo francese ha protestato, ed il Governo italiano ha espresso il suo rincrescimento e ha fiducia che tali incidenti non si ripete– ranno." Questo comunicato non fu mai pubblicato nella stampa italiana. Il , Governo fascista annunciò solo che l'orizzonte si era schiarito, dopo una con– versazione di Mussolini con l'ambasciatore francese. "Oggi i giornali di Ro– ma non contengono né commenti né critiche," telegrafò il 20 settembre il corrispondente del Times. Un'altra ritirata strategica. Nello stesso mese di settembre 1926, sir Austen Chamberlain, mentre era in crociera di vacanza nel Mediterraneo, pensò che non poteva perdere l'occasione di fare una visita al suo eminente collega italiano. L'incontro avvenne il 30 settembre a Livorno. Il Morning post, il giornale ufficioso di Mussolini in Inghilterra, si professò "certo" che sir Austen era andato a Livorno con la convinzione che una stretta intesa tra la Francia e laitalia sarebbe stata la miglior garanzia per la civiltà europea: "Il Duce non è uomo di guerra, ma di pace, e vuole indirizzare le esuberanti energie della sua nazione verso sfere pacifiche" (4 ottobre). . Se sir Austen parlò a Mussolini sulla falsariga indicata dal Morning post, avrebbe potuto risparmiarsi il fiato. Infatti, il 5 ottobre, Ricciotti Ga– ribaldi si incontrò a Parigi con tre anarchici italiani, che avevano apparte– nuto a quella "Avanguardia garibaldina" che avrebbe dovuto invadere, ma non invase mai, l'Italia. lTno di questi uomini possedeva la carta d'identità che era appartenuta a quel Lucetti, che pochi giorni prima aveva fatto un attentato alla vita di Mussolini. Anche Lucetti era stato arruolato nell'" Avan– guardia." Ricciotti chiese ed ottenne quella carta, e confidò che uno dei suoi piu sicuri affiliati, certo Scivoli, sarebbe partito per Roma con lettere per il gran maestro della Massoneria ed altre eminenti personalità antifasciste. Se i tre anarchici avessero avuto qualche lettera da inviare ai loro amici in Italia, avrebbero potuto usufruire dello stesso messaggio. Chiese poi a Sci– voli il passaporto per farlo rinnovare dal consolato italiano di Nizza. Una volta in possesso del passaporto, lo consegnò a La Polla, che fece sei copie 4 Anche su questo punto Miss Currey dà onestamente il solo punto di vista fascista: "Nean– che queste chiare parole (quelle del Foglio d'ordini del 15 settembre) produssero alcun cambia– mento sensibile nell'atteggiamento del Governo francese ... Un giornalista francese, che ebbe un'in– tervista con Mussolini alla fine d'ottobre, si lamentò col Primo Ministro it:iliano delle parole che erano state usate dopo l'attentato alla sua vita. Mussolini rispose chiedendo perché la Francia aveva fatto obiezioni a quelle parole se era innocente. Egli aveva solo detto 'dall'altra parte della frontiera.' La, Svizzera nulla aveva obiettato" (Italian Foreign Policy, pp. 184, 187). 124 Bibl CJ Gino Bianco

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