Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

L'affare Garibaldi tato la questione dei fuorusciti italiani davanti alla Società delle Nazioni, poiché essa era stata istituita per evitare la guerra. Non vi era forse un grave pericolo di guerra tra la Francia e l'Italia? Se la Società avesse voluto compiere il suo dovere, avrebbe dovuto costringere la Francia a contentare l'Italia nella questione dei fuorusciti. In breve, la Società delle Nazioni avrebbe dovuto garantire la pelle di Mussolini, come se fosse un territorio protetto dallo Statuto della Società. 3 Il Corriere padano, organo di Italo Balbo, in un articolo intitolato "Francia complice," intimò al Governo francese di non trasformare la sua complicità non ufficiale in "complicità ufficiale" continuando ad aiutare i fuorusciti. Nel caso che il Governo francese non prendesse le misure richieste dal Governo fascista, i fasèisti italiani sarebbero entrati in Francia da tu– risti ed avrebbero "distrutto i nidi dell'antifascismo col ferro e col fuoco." ·n Tevere (13-IX) osservò che non vi era dubbio che la Francia "deside– rava cambiare il corso degli eventi con il minimo costo per se stessa": C'è una nazione che, piu direttamente delle altre interessata a sbarazzarsi del– l'Italia fascista, è in condizioni di avere a portata di mano, in casa propria, lo strumento adatto alla bisogna. Questo strumento è il fuoruscitismo... Il fuoruscitismo non soltanto è ospitato in Francia, ma vi alligna, vi prospera, vi trova simpatie, soli– darietà, incoraggiamenti, aiuti. Tutto ciò è spiegabile, se si pensa che con un centinaio di migliaia di franchi, regalati ad un fuoruscito, ci si può sbarazzare di Mussolini, e dell'Italia fascista. Una guerra costerebbe piu cara e non è sicuro come andrebbe a finire. Farinacci, ex segretario del partito, chiese che il Governo francese arre– stasse tutti i fuorusciti italiani, li inviasse incatenati alla frontiera e li conse– gnasse alle squadre fasciste per una esecuzione sommaria (Regime fascista, 13-IX). Il Popolo d'Italia (14-IX), suggeri che la Francia dovesse "espellere non piu che una ventina di cospiratori antifascisti, per mostrare che teneva cara l'amicizia italiana." Il Corriere della Sera (13, 15-IX) insinuò che occor– reva solo qualche discreta operazione di polizia: nel passato la polizia ita– liana e francese avevanò lavorato in fraterna collaborazione per risolvere il problema degli attentati anarchici. L'opinione ufficiale fu diramata il 15 settembre dal Foglio d'ordini del Partito fascista, il quale sostenne che la situazione non era piu tollerabile: Noi vogliamo essere amici della Francia, ma, se la Francia ci tiene all'a~icizia sincera del grandeggiante popolo italiano, deve modificare la sua linea di condotta. Si tratta di bandire una ventina di autentiche canaglie, ricattatori •e ladri. Perché prendersela calda per venti scellerati, e ladri per giunta? Questa tempesta di insulti e di minacce provocò in Francia una rea- 3 Questo tema, che spettasse alla Società eliminare una causa di guerra obbligando il Go– verno francese ad accettare il punto di vista di Mussolini nell'affare degli esuli, ritornava continua– mente anche in giornali che erano piu seri dell'Impero. Si veda, per es., PI. 3-V-28. 123 BiblotecaGino Bianco

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