Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla secondfl guerra mondiale pubblicava su quel giornale, dato che non lo sopprimeva, come sarebbe av– venuto in Italia. Quando la irlandese sparò su Mussolini (vedi p. 102), i giornalisti fa– scisti ebbero l'ordine di addossare tutta la responsabilità di questo attentato ai fuorusciti che vivevano in Francia, ed al Governo francese che dava loro ospitalità. Al fuoruscitismo e all'antifascismo delle internazionali debbono pensarci 1 go– verni stranieri. È tempo che ci pensino. Non siamo piu alla lotta di idee; siamo al– l'assassinio. Non è piu la fede che svampa; è la carica di un'arma da fuoco. I go– verni· degli stati amici considerino che la simpatia od anche la neutralità accordata all'antifascismo è simpatia o neutralità accordata al delitto. La faccenda è grave, e non è da prendersi con la leggerezza che distingue gli apostoli degli immortali prin– cipt In una parola: la nazione italiana, fascista, non intende permettere che alle sue porte ~i lasci covare il delitto, che si dia diritto di cittadinanza agli assassini... Attenzione che non si debbano precipitare gli eventi e anticipare le ore che dovran– no pur suonare (Tevere, 8-IV-1926). Insomma non è un modo di affrontare il pro– blema degli italiani in Francia, lasciando che tra essi si diffonda il fermento antifasci– sta, sia massonico, sia comunista, e credendo nel tempo stesso di poter stabilire re– lazioni solide, durature, con l'Italia fascista (T. 25-IV-1926). Il fatto che la Gibson era una squilibrata, che non aveva mai avuto rap– porti_con nessun fuoruscito, non contava. Ogni legno faceva fuoco. Nel settembre 1926 l'anarchico Lucetti, partendo dalla Francia, giunse a Roma, e qui lanciò contro Mussolini una bomba che mancò il bersaglio (11 settembre). La polizia italiana non fu in condizione di prevenire l'at– tentato in Italia, piu che la polizia francese in Francia. Gli anarchici, quando intendono gettare una bomba contro un personaggio altolocato, non prean– nunciano pubblicamente i loro piani: si confidano con non piu che uno o due amici intimi. Ma l'incidente fornf alla stampa fascista un pretesto per accu– sare il Governo francese di tollerare, e persino di favorire, gli assassini. Mus– solini stesso toccò questo tasto parlando in una dimostrazione fascista a Roma: Da questa ringhiera io voglio pronunciare alcune gravi parole, che debbono essere esattamente interpretate da chi di ragione: bisogna finirla! Bisogna finirla con certe tolleranze colpevoli ed inaudite di oltre frontiera, se veramente si tiene all'ami– cizia del popolo italiano, amicizia che episodi di questo genere potrebbero fatalmente compromettere (PI. 12-IX-1926). I fascisti capirono a volo a chi era indirizzato questo discorso, e corse– ro ad assalire i consolati francesi di Livorno e di Venezia. Non uno di essi fu arrestato: lavoravano d'accordo con la polizia. Nei giorni seguenti, l'Impero (12 e 15-IX) dichiarò che se il Governo francese desiderava provarsi innocente del recente complotto, doveva conce– dere la estradizione delle persone che il Governo italiano considerava respon– sabili per il delitto di Lucetti. Altrimenti il Governo italiano avrebbe por- 122 BiblotecaGino Bianco

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