Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Capitolo tredicesimo L'affare Garibaldi Nell'autunno del 1926 fa tensione nei rapporti italo-francesi fu portata quasi al punto di rottura dalla questione degli antifascisti italiani rifugiati in Francia. Ricciotti Garibaldi si dava fra essi molto da fare. Le istruzioni gli erano date dall'ambasciatore italiano, barone Romano Avezzana, che egli incontrava al caffè Fouquet di Parigi. Un funzionario della polizia, La Polla, era in contatto con lui e viaggiava, senza che lo sapesse la polizia francese, con nome e passaporto falsi. Ricciotti ricevette da La Polla la somma di 645.000 franchi in pagamento dei servigi che rese negli ultimi mesi del 1925 e nel 1926. Nell'ottobre del 1925, il fratello di Ricciotti, Sante, anch'esso agente della polizia fascista, dette 45.000 franchi ad un gruppo di presunti antifascisti, "I Corsari della Morte," che il 31 ottobre assalirono la sede fascista di Parigi per screditare gli esuli antifascisti. 1 La famiglia Gari– baldi - scrisse il propagandista fascista, Villari, prima di scoprire che i fratelli Garibaldi erano suoi colleghi - "è come la pianta delle patate: la parte migliore sta sotterra." Nel novembre 1925, quando la polizia italiana fece le viste di scoprire l'attentato del socialista Zaniboni alla vita di Mussolini, i fuorusciti politici furono accusati di connivenza con Zaniboni. 2 Nel dicembre 1925 il setti– manale antifascista Corriere degli italiani progettava di diventare quotidiano. Ricciotti off r1 una forte somma di denaro a condizione che gli si affidasse la direzione. Le trattative caddero. E lui sussidiò il foglio comunista La Ri– scossa, che scagliò i suoi fulmini contro i piu noti fuorusciti non comunisti. Nel gennaio 1926, il Corriere degli italiani divenne quotidiano. Fu olio get– tato sul fuoco. Il Governo francese fu tenuto responsabile per quanto s1 1 Testimonianza Piscitelli, 20 novembre 1926, nell'istruttoria del processo Garibaldi. 2 Miss CURREY, Italian Foreign Policy, p. 159, scrisse che "evidentemente Zaniboni era l'a– gente dei fuorusciti a Parigi, dove un comitato si era insediato sotto Ricciotti Garibaldi... Questo gruppo consisteva di emigrati italiani e di comunisti, anarchici e massoni francesi... Zaniboni era ben rifornito di denaro che si crede venisse da Parigi." Nel suo leale sforzo di dare solo il punto di vista fascista, Miss Currey ignorò che Ricciotti Garibaldi era un agente provocatore fascista, ma riferi quello che i fascisti dicevano, e dette come evidenti dei fatti che non erano mai esistiti. Fino al 1934 i comunisti ovunque combattevano i socialisti, gli anarchici ed i fra– massoni, e perciò non potevano aver avuto nessuna parte nel piano Zaniboni. 121 BiblotecaGino Bianco

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