Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda gt1erramondiale Chi non accetta affermazioni che non siano di fonte italiana, s1 rivolga agli stessi fascisti: Il generale Graziani decise che tutti i nomadi della Cirenaica dovessero essere trasferiti e rinchiusi in determinate zone dalle quali non potessero piu: uscire. I sot– tomessi tutti, via dal Gebel: si trasferirebbero alle coste e nella piana bengasina, tribu per tribu, in determinate zone e delimitate, fisstrebbero i loro accampamenti in località prestabilite, dalle quali non potrebbero allontanarsi senza permesso delle autorità; e gli accampamenti sarebbero organizzati, sistemati, controllati dall'autorità. Fu cos1 che ottantamila individui - a tanto, o poco piu ascende la popolazirme nomade della Cirenaica - già sparsi per circa duecentomila chilometri quadrati, dalla Marmarica alla Sirtica, con ventitremila tende, con un milione e mezzo, forse piu, di capi di bestiame, furono rastrellati per tutto l'immenso paese, tribu per tribu, ogni aggruppamento di tende, ogni famiglia, e convogliati e distribuiti nelle prestabilite località (Il Resto del Carlino 29-VII-1931). Per impedire ai ribelli di ricevere viveri, armi e munizioni dall'Egitto, il generale Graziani fece costruire lungo il confine egiziano, da Nord a Sud, una barriera di filo spinato estesa quasi 180 miglia in un deserto cosi arido che si dovette mandarvi l'acqua necessaria a preparare la calcina. Di– ciannove navi fornirono dall'Italia il materiale necessario. 1200 soldati e 2500 operai lavorarono per sei mesi sotto un sole di oltre 40 gradi. 9 Nes– suno sa quanti milioni di lire sia costata al contribuente italiano questa nuova muraglia cinese, né quanti soldati e operai italiani abbiano perduta la salute o la vita sotto il cocente sole africano. L'altopiano della Cirenaica rimase "quasi completamente deserto." Novemila persone "sorvegliate da soldati, con la vita regolata ora per ora," furono costrette a vivere in un unico "campo di concentramento" {CS. 4-XII-1931; 25-VI-1932). Non è difficile immaginare che cosa deve esser stata la vita sotto quel clima feroce per gente abituata alla libertà dei nomadi, 418 persone furono processate tra l'aprile 1930 e l'aprile 1931; 133 persone furono condannate a morte; non piu che 14 assolte (CS. 8, 9-VIII-1931). 10 Questa politica fu giustificata dal ministro delle Colonie, nella Camera italiana, il 14 febbraio 1931, nel modo seguente: Siamo sull'unica via possibile per arrivare realmente e rapidamente alla paci– ficazione completa. L'unico mezzo adatto era quello, grave e penoso (il corsivo è nostro), di separare nettamente i ribelli dagli indigeni che si sono sottomessi, con– centrando questi ultimi in apposite zone. L'Italia fascista agisce secondo il suo dirit– to e la sua coscienza. In casa sua fa ciò che crede meglio, per la protezione dei suoi vitali interessi e per la garanzia della sua dignità di potenza colonizzatrice. Nei paesi musulmani non ancora annessi all'impero mussoliniano, la gente la pensava diversamente. In Tunisia i rapporti fra italiani e indigeni diventarono estremamente difficili (Corriere padano, 25-VI-1931), con grande 9 Proclama pubblicato nei giornali italiani il 15 ottobre 1931. 10 VILLARI, Expansion o/ Italy, p. 88, assicurava i lettori che nel 1929 la Libia era già pacificata. 11, Biblo eca Gino Bianco

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