Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

"Espandersi o esplodere" avrebbero contribuito seriamente a risolvere il problema della sovrapopola– zione italiana. Per tutti i territori dell'Africa tropicale si deve ripetere quello che ab– bian10 già accennato per l'Etiopia: non sono adatti al lavoro bianco. Po– trebbero accrescere il prestigio di diplomatici e generali. Potrebbero procu– rare stipendi e indennità a funzionari militari e civili a spese del contri– buente italiano. Al massimo, se fossero ricchi di risorse naturali, potrebbero essere sfruttati da capitalisti, e accrescere cosi la ricchezza per un limitato numero di italiani. Ma non assorbirebbero mai una parte apprezzabile del lavoro italiano. L'Italia possedeva da mezzo secolo la Colonia Eritrea sul Mar Rosso: nel 1935 questo paese aveva soltanto 4283 coloni di origine ita– liana, cioè aveva assorbito una media di soli 150 coloni all'anno. Piu adatti al lavoro agricolo italiano, specialmente a quello dei meridio– nali, erano i paesi situati lungo le coste del Mediterraneo. Ma anche quelli non avrebbero potuto assorbire una popolazione molto piu densa, finché le loro condizioni economiche non avessero subito un rivolgimento radicale me– diante colossali investimenci di capitale. La 'I'unisia, occupata dalla Francia nel 1881, aveva assorbito una media di 1500 o 2000 italiani all'anno; e tanto il Governo francese quanto le imprese private vi avevano investito grandi capitali. L'Italia era in possesso della Libia dal 1912. Per far posto ad un maggior numero di coloni italiani la dittatura fascista pose termine alla politica di cooperazione che i "vili governi democratici" avevano seguito in passato nei loro rapporti con gl'indigeni. Il 19 febbraio 1926, il giornale Corriere Padano, portavoce di Italo Balbo, allora sottosegretario nel gabinetto di Mussolini, scrisse: Se gli europei e specialmente gl'italiani vogliono civilizzare l'Africa, devono metter da parte ogni sentimentalismo ed ogni poesia. Devono gradualmente sop– primere gl'indigeni col peso del loro numero e con la forza. Devono - non esitia– mo ad usare la brutta parola - distruggerli, ricacciarli indietro nel deserto fin– ché finiscano con lo scomparire. I rappresentanti del Governo italiano in Libia sono stati indotti a queste dure conclusioni dalle loro passate esperienze, delusioni e di– singanni. Il compito di far posto ai coloni italiani in Cirenaica fu affidato al ge– nerale Graziani. Gli ammiratori del fascismo troveranno nelle imprese di costui abbondante materiale per poemi epici. Per ordine di Graziani, migliaia di arabi, uomini donne e fanciulli furono torturati e uccisi. Per impressionare gli indigeni ordinava l'esecuzione di molti pri– gionieri. Per accrescere l'orrore della situazione, faceva avvolgere in sacchi e un– piccare gli arabi ad alti alberi. I capi arabi erano condotti in aereoplano e pre– cipitati giu perché si sfracellassero sulle rocce sottostanti. 8 8 AGLION, War in the Desert, pp. 125-28. Graziani era conosciuto come il fracassatore degli indigeni; PACKARD, Balcony Empire, p. 25. 115 · BiblotecaGino Bianco

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