Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale a rivolgersi altrove. Non era difficile indovinare che alludeva all'Asia Mi– nore. Il Governo di Ankara seguiva attentamente quei sintomi. "Parecchi giornali turchi," scrisse con giusta compiacenza il Giornale d'Italia (18-IV- 1926), "hanno già annunciato come imminente l'arrivo della Marina ita– liana agli ordini di Mussolini al largo delle coste della Turchia. Questa _sin– golare preoccupazione è un'altra prova dell'interesse mondiale suscitato dalla personalità di Mussolini. 112 Questo interesse "mondiale" diventò cos1 intenso in Turchia che l'am– basciatore italiano ad Ankara ritenne opportuno "ristabilire la verità" e assicurare il ministro turco degli Affari esteri che "la Turchia non aveva nessun serio motivo di essere preoccupata per la politica italiana" (CS. 29- IV-1926). Ma se fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Ataturk non si sentiva abba– stanza forte per far fronte al tempo stesso ad un attacco per terra degli anglo-arabi e ad un attacco per mare degli anglo-italiani. Accettò quindi l'inclusione di Mossul nell'Iraq mediante il Trattato di Angora del 5 giugno 1926. Il giorno stesso i Governi di Londra e Angora firmarono un patto di sicurezza, in virtu del quale l'Inghilterra s'impegnava formalmente ad impedire per un periodo di dieci anni qualsiasi aggressione - quindi anche un'aggressione italiana - contro la Turchia. I paesi, in cui Silla e Pom– peo avevano spianata la via a Mussolini, potevano per conseguenza restare in pace, almeno per i prossimi dieci anni. Dopo la primavera del 1926 nes– suno in Italia alzò la voce per chiedere l'Asia Minore, e il Foreign Office si digerf silenziosamente il petrolio di Mossul. 3 Guariglia (Ricordi, pp. 51, 95) nega che il viaggio "teatrale" 1n Libia 2 Ecco quello ch'ebbe a dire un anno piu tardi (30-XII-1927) il Popolo d'Italia su questo agitato momento dei rapporti italo-turchi: "Quando Mussolini si recò con una squadra navale a Tripoli, un tendenzioso gioco di agenzie diffuse la notizia che le corazzate italiane avrebbero proseguito il viaggio per Smirne quasi ripetendo le antiche crociate e le spedizioni dei dogi verso il Levante. E a piu riprese, anche da Tunisi e dalla Siria, si ripeté che la romanzesca spedizione italiana era imminente. Il risultato si fu che, per un certo periodo, ogni quindici giorni, i turchi erano in allarme e le sentinelle del golfo di Smirne attendevano sul lontano orizzonte i fu. macchi delle corazzate italiane ... I nostri emigranti che si erano avviati a Smirne in cerca di la– voro, venivano sospettati come ufficiali di Stato Maggiore travestiti. La nostra fiorente comunità di Smirne, che un tempo contava circa trentamila persone, si era ridotta a poche migliaia. Il la– voro, le iniziative, il commercio pacifico e proficuo degli italiani sollevavano sospetti. Cosi, men• tre nel periodo della marcia su Roma vi fu una promettente prospettiva per gli scambi e le operose iniziative degli italiani a Smirne, negli anni successivi la propaganda italofoba eresse con– tro i nostri operai e commercianti un cerchio di penosa diffidenza." Il giornale attribuiva le preoc– cupazioni dei turchi e le loro rappresaglie contro gl'italiani ad un "trucco propagandistico delle agenzie giornalistiche" piuttosto che agli scritti del senatore Morello, alle interviste concesse dal direttore dello stesso Popolo d'Italia e alla frenetica eloquenza del Duce. 3 Miss CuRREY, Italian Foreign Policy, p. 177, conosce soltanto il discorso fatto da Mus– solini 1'8 aprile. Ignora le cerimonie di Tripoli, ignora il viaggio di Balbo, ignora la campagna di stampa, e trova perfettamente naturale mettere un punto esclamativo dopo l'affermazione che "il risultato immediato della spedizione di Mussolini e delle parole con cui egli lasciò le sponde italiane, fu la parziale mobilitazione dell'esercito turco!" "È impossibile dire," essa continua, "se gl'italiani avessero una base per i loro sospetti che queste voci [di una spedizione italiana contro la Turchia] fossero state messe in circolazione da certe potenze che desideravano creare attriti tra i due paesi," cioè Italia e Turchia. Miss Currey non ha neppure il piu lontano sospetto che "certi paesi" abbiano approfittato dell'irrequietezza di Mussolini per appropriarsi il petrolio di Mossul. 106 Bibk, ~(;a Gino Bianco

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