Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale zia è assolutamente falsa e destituita di qualsiasi fondamento. Trattasi evidentemente di una delle solite subdole speculazioni borsistiche contro la solidità della valuta ita– liana. Il R. Governo sta indagando per stabilire la fonte e le responsabilità di tale delittuosa manovra. Questa ritirata strategica fu mascherata con rumorosi fuochi d'artificio. Caletti, professore di statistica nella facoltà di legge di Milano, scrisse nel piu diffuso giornale italiano, il Corriere della Sera: La Francia ci ha defraudati della Tunisia nel 1881. Questa regione avrebbe do– vuto appartenere a noi. A noi, perché abbiamo una popolazione maggiore della Francia. A noi, perché nel nostro paese la natalità è sei volte maggiore che in Francia. La Tunisia fu sottratta alle nostre aspirazioni dall'abilità della Francia e dalla nostra debolezza. "Quella terra dell'Africa mediterranea, se fosse divenuta italiana, forse già conterebbe un milione dei nostri" (26-V-1926). Il Duce, nei discorsi del 24 e 26 maggio, fece le seguenti dichiarazioni: La lotta fra le nazioni diventa sempre piu dura, malgrado certo pacifismo ipo– crita ed imbelle ... Dovremo dunque noi, o genovesi, o italiani serrare i denti in questa lotta, che oggi è soltanto economica e morale ... Il regime fascista non ha solo forze smisurate, qual mai nessun governo ebbe, in nessuna parte del mondo, in terra, in mare, in aria, ma ha anche la forza potente degli · spiriti... Sono sicuro che questo linguaggio vi è cognito, come sono sicuro che qualunque cosa ac.cada, e a qualsiasi aspro cimento la patria possa essere chiamata, basterà una mia parola d'ordine perché il popolo - e voi, cittadini protesi, camicie nere, per primi - si formi in battaglia per lottare e, se è necessario, morire per la grande Italia (PI. 25 e 26-V-1926). Fra le altre teorie in corso nella primavera del 1926 per spiegare l'ef– fervescenza fascista, vi era quella di una imminente spedizione italiana sulle coste dell'Anatolia. Le somme necessarie per una guerra, che non sarebbe stata breve, tra le truppe di 11ussolini e quelle del Ghazi, sarebbero affluite nelle casse di Mussolini dai generosi forzieri dei banchieri inglesi. La con– gettura era resa plausibile dai preparativi militari su vasta scala che si svol– gevano nei porti italiani di Ancona e Bari e nell'isola di Rodi, vicina all'A– sia Minore. Alcuni pezzi grossi fascisti vi davano maggior credito scrivendo e parlando dell'Asia Minore come di un paese destinato ad essere conquista– to dall'Italia. Uno di essi era il senatore Morello, adepto di Mussolini, che scrisse nel quotidiano milanese Secolo: Per tutto il vasto semicerchio che va dal Marocco al Mar Nero, per tutti 1 seni, Tripoli, Bengasi, Smirne, Bisanzio, i nostri padri ebbero regno, e per tenerlo dovet– tero combattere contro i piu fieri e astuti nemici delle opposte rive (...). E là dove passarono i padri, passano oggi i figli, e passeranno nell'avvenire i nepoti (...). Al di sopra di tutte le idee e di tutti gli errori, se le grandi potenze dominatrici volessero sul serio provvedere alla pace e alla sicurezza dell'Europa, ancora dolente della gran– de guerra, dovrebbero riproporsi, oltre il problema del Reno e della Slesia, anche il problema delle colonie italiane, e risolverlo secondo legge e secondo giustizia, egual- 104 BiblotecaGino Bianco

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