Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Un viaggio verso l'avvenire Fuori d'Italia, e specialmente in Francia, molti cercarono di scoprire lo scopo di questo "viaggio verso l'avvenire." La Tribuna, il 9 aprile, ri– spose altezzosamente: "Se l'Europa si domanda come e dove ci muoviamo, è perché finalmente intende che abbiamo motivi per muoverci." Giunto a Tripoli, Mussolini proclamò che il suo "viaggio non si doveva assolutamente interpretare come un atto di ordinaria amministrazione." Intendo che esso sia come è nei fatti un'affermazione della forza del popolo italiano, una manifestazione di potenza del popolo che da Roma ripete le proprie origini e porta il Littorio trionfante ed immortale di Roma sulle rive del mare afri– cano. È il destino che ci sospinge verso questa terra. Nessuno può fermare il destino e soprattutto nessuno può spezzare la nostra incrollabile volontà (PI. 13-IV-1926). Una commissione d'italiani della Tunisia venne ad offrirgli una ban– diera, ed egli la baciò devotamente. Mentre lui tornava in Italia, Italo Balbo, allora sottosegretario nel :Mi– nistero, che aveva accompagnato la spedizione col suo aereoplano, parti per un volo fuori programma in Tunisia. Passò quattro giorni a far visita a quelle comunità italiane suscitando viva eccitazione. Di ritorno in Italia, rivelò il suo pensiero: Non solo ho potuto vedere coi miei propri occhi e apprezzare i meravigliosi risul– tati dell'opera compiuta laggiu dagl'Italiani, ma sono stato in grado di confortare quei gruppi ardenti di connazionali - in grande maggioranza siciliani - che, in condizioni estremamente difficili ed avverse, mantengono viva la fiamma dell'.1mor patrio e conservano intatti i diritti e i segni della loro nazionalità. Sono andato anche nell'interno. Le parole pronunciate da Mussolini a Tripoli, davanti ai rappresentanti tunisini, erano giunte a tutti, e il morale delle nostre colonie era estremamente alto. I francesi a Tripoli si possono contare sulle dita di una mano, mentre gl'ltaliani m Tunisia sono piu di centomila. Nessuna forza potrà d'ora in poi indurre questi italia– ni a rinnegare la madre patria. Non ho trovato niente di piu bello che le parole di un italiano di Ferryville, che disse, mentre stavo per partire: "La vostra visita ha impedito la naturalizzazione di parecchi dei nostri operai." Se questo è vero, e credo che sia, il nostro viaggio aereo non avrebbe potuto avere una chiusa migliore ( CS. 26-IV-1926). Il Governo francese prese atto di questa provocazione diretta, e il 20 aprile i giornali francesi pubblicarono la notizia che la flotta francese avreb– be fatto manovre nel Mediterraneo e le truppe di Biserta avevano fatto pre– parativi per coordinare la loro azione con quella della flotta. Il giorno seguente, la stampa inglese annunciò che si era svolto a Roma ~n lungo colloquio tra il sottosegretario agli Affari esteri Grandi, e sir William Tyrrel, segretario permanente del ministro degli Esteri britannico, con l'intervento dell'ambasciatore italiano a Londra, Barone Bordonaro, e del marchese Imperiali, ex ambasciatore italiano a Londra. Il 25 aprile, la stampa italiana pubblicò il seguente comunicato: Negli ambienti finanziari di alcune capitali estere s'è diffusa stamane la notizia di pretese operazioni militari da parte dell'Italia. È superfluo dichiarare che la noti- 103 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=