Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Francia - Germania - Italia tedesco, a condizione che il Governo francese facesse, un poco alla volta, le concessioni necessarie a guarire nella Germania quelle forme di inquie– tudine e d'irritazione che si fondavano su giuste pretese, e se il Governo francese si fosse dimostrato meno spilorcio di fronte a quelle richieste ita– liane, che meritavano di essere prese in considerazione, si sarebbe creata in Francia una opinione pubblica piu disposta a trattare, senza paura e con maggiore equanimità, i rapporti franco-tedeschi e franco-italiani. La politica di Briand sarebbe stata allora costituita non solo di parole, ma di atti, e sarebbe stata quindi coronata da miglior successo. Gli stessi uomini politici italiani, trovandosi di fronte ad un solido blocco anglo-francese nel Mediterraneo, avrebbero capito che era inutile far tanto chiasso: si sarebbero accontentati di ciò che avrebbero potuto. ottenere dai francesi attraverso l'amichevole mediazione britannica, e si sarebbero associati al sistema anglo– francese. In conseguenza in Germania i nazionalisti piu ostinati avrebbero capito di non aver niente da guadagnare da una nuova guerra. Se i tede– schi non si fossero illusi che valesse la pena di fare una nuova guerra, e se la paura di un nuovo attacco non avesse impedito una politica piu intelligente in Francia, i tedeschi e i francesi sarebbero stati meno ostinati, piu ragionevoli e piu disposti al compromesso. Disgraziatamente il Foreign Office non comprese mai che era necessa– rio prendere decisamente le parti della Francia contro la minaccia tedesca e contro il ricatto di Mussolini. Senza dubbio esso desiderava la "pace" in Europa, e doveva spesso assumersi l'onere di laboriose iniziative per man– tenere quella pace. Ma non si adoperò mai per la "pacificazione" dell'Eu– ropa. I nazionalisti francesi concepivano la sicurezza della Francia attra– verso la disorganizzazione della Germania. Il Foreign Office britannico con– cepiva la sicurezza della Gran Bretagna attraverso la disorganizzazione dell'Europa. Se Mussolini fosse stato un uomo di buon senso, non avrebbe mai permesso che il popolo italiano si intrigasse nel ginepraio delle divergenze franco-germaniche. Meno che mai avrebbe inasprito quelle divergenze. Avrebbe capito che né i francesi né i tedeschi sarebbero mai entrati in guerra per far piacere a lui. Il Quai d'Orsay sarebbe stato sempre lieto di valersi dei suoi servizi per costringere la Germania a fare una pace "fran– cese,, e non "italiana." E la Wilhelmstrasse era disposta a fare altrettanto . 1 F . f " d " ". 1· " per costringere a rancia a are una pace te esca e non 1ta iana. Per quanto riguardava l'Inghilterra, se fosse stato i~ famoso "realista" che si immaginava di essere, Mussolini avrebbe saputo che l'amicizia italiana con l'Inghilterra fruttava nuovi profitti solo quando il Governo italiano era in buoni rapJX>rticon tutti i suoi vicini, mentre il Foreign Office era alle prese con qualcuno di essi. Avendo bisogno dell'amicizia italiana, il Foreign Office doveva pagarla, naturalmente al minor prezzo possibile. Quando invece erano i diplomatici italiani ad implorare l'amicizia inglese, quell'a– micizia risultava puramente platonica: buoni consigli, quanti se ne vole- Bi loteca Gino Bianco ·

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