Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Francia - Germania - Italia Un accordo tra Italia e Francia avrebbe il vantaggio di definire chiaramente e in modo concreto il reciproco impegno dei Governi di Roma e di Parigi di garentire l'in– tegrità territoriale dei due paesi... La Francia non sarebbe piu ossessionata rlalla preoccupazione per la sua "sicurezza" (p. 146). Questa politica non costerebbe forse alla Francia sacrifici uguali a quelli, che le sarebbero imposti da un'intesa con la Germania. E certamente le offrirebbe maggiori vantaggi, che la risarcirebbero piena– mente di qualsiasi eventuale sacrificio. L'Italia, se fosse necessario, non rifiuterebbe la sua collaborazione e la sua mediazione per risolvere il problema franco-germanico nel modo piu soddisfacente per la Francia (p. 151). Viceversa, la mancanza di siffatto accordo avrebbe condotto francesi e italiani ad una rovinosa rivalità nei confronti della Germania (pp. 145-46). Quei giornalisti ed uomini politici francesi, che professavano entusiasmo per la politica interna di Mussolini, erano ben disposti ad ottenere l'appog– gio di Mussolini in una politica di resistenza contro la Germania, e per– fino in una nuova guerra. Ma a che cosa avrebbe servito un'alleanza italo– francese contro la Germania, se la Francia doveva cominciare dallo spogliarsi in favore dell'Italia? I piu gentili fra loro generosamente consigliavano i fascisti a cercare lo sbocco di cui avevano bisogno in Asia Minore a spese dei Turchi. 4 I. piu stupidi credevano di liberarsi da ogni obbligo, cantando l'eterna canzone sull'amore fra le "due sorelle latine." Tutti pensavano, in fondo, che, non ostante la sua stravagante politica estera, Mussolini fosse un "uomo provvidenziale." Le convulsioni isteriche della stampa fascista e i truculenti discorsi del Duce davano la possibilità ai ministri francesi della guerra, della marina e dell'aviazione di strappare al parlamento aumenti nelle spese militari, che non avrebbero potuto ottenersi senza una certa dose di preoccupazioni per "il confine delle Alpi." Se un uomo come Mussolini non fosse esistito, lo Stato Maggiore francese avrebbe dovuto crearlo. D'altra parte le manovre di Mussolini servivano a confermare nella loro opinione quei francesi - democratici, socialisti o semplicemente uo– mini di buon senso - i quali volevano un riavvicinamento franco-ger– mamco. I fascisti capivano la tattica del Quai d'Orsay, e ne erano esasperati. 5 Non trovavano di loro gusto i consigli di chi voleva mandarli a passeggio in Asia Minore. Andavano su tutte le furie, quando udivano parlare delle due sorelle latine. Consideravano un tradimento ogni tentativo francese di con– ciliazione con la Germania. Se si stabiliva un'intesa tra Germania e Fran– cia, come poteva il Duce strappare concessioni a quest'ultima in cambio della sua amicizia? Questa inquietudine spiega anch'èssa la violenza con cui Mussolini fece attaccare dai suoi seguaci i Patti di Locarno immediata– mente dopo averli firmati. Chi avesse mandato all'aria quei patti avrebbe trovato in lui un alleato. Nulla è piu mortificante per l'intelligenza umana che leggere quel che 4 Buré nella prefazione a MARABINI, Le problème France-Italie, p. XV. s MARABINI, p. 82; SOLMI, p. 165. BiblotecaGino Bianco 93

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