Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Italia e Francia i loro amici francesi a interpretare le notizie italiane senza spropositi esa– gerati, e non sempre vi riuscivano. Per giustificare sempre meglio il baccano della stampa mussoliniana contro i fuorusciti, la polizia italiana manteneva in Francia un certo nu– mero di agenti provocatori, i quali organizzavano complotti, e fornivano cosf al Governo fascista le prove di cui aveva bisogno per accusare il Go– verno francese di favoreggiamento. Nella seconda metà del 1924, poco dopo l'assassinio di Matteotti, Ric– ciotti Garibaldi, uno fra i discendenti degeneri dell'eroe del Risorgimento italiano, organizzò in Francia una "Avanguardia garibaldina" antifascista. Arruolò reclute, distribui tessere, nominò ufficiali, ed emise buoni per un "prestito della libertà." L'" Avanguardia," che avrebbe dovuto invadere l'I– talia ed iniziare la rivoluzione antifascista, non invase e non iniziò mai niente, e i fondi raccolti da Ricciotti Garibaldi andarono a finire chi sa dove. Ma i fascisti in Italia prendevano Ricciotti sul serio, e protestavano contro il Governo francese, che lo favoreggiava. L'italianità in Francia - scrisse L'Idea Nazionale (11-XI-1925) - è sottoposta ad un processo di snazionalizzazione o ad una violentissima propaganda antifascista, largamente protetta ed ospitata, la quale arriva sino all'organizzazione di bande ar– mate contro l'Italia. Quando, in un dato momento, la norma di libertà interna di un paese si realizza in una vera e propria minaccia ad un altro paese, comincia a defi– nirsi una responsabilità, che non può essere ignorata o trascurata, in rapporti leali di vicinato. Politicanti fascisti andavano a visitare gli italiani in Tunisia, e li inco– raggiavano ad entrare in associazioni fasciste locali, affini a quelle dell'Italia. A Tunisi si pubblicava un giornale italiano fascista, e tutti sapevano chi forniva i fondi per mantenerlo. Le cerimonie nelle colonie italiane erano un pretesto per manifestazioni, in cui i fascisti si comportavano come padroni di casa. Gli insegnanti nelle scuole italiane fomentavano il sentimento anti– francese. Tutte le volte in cui si nominava la Tunisia i fascisti non manca– vano di ricordare ovunque che questo territorio era stato "usurpato" dalla Francia. Nel 1924, la dama di compagnia di Mussolini, signora Margherita Sarfatti, assunse una funzione di primo piano in questa campagna, col suo libro Tunisiaca, per il quale Mussolini, sotto lo pseudonimo di "Latinus" scrisse la prefazione. In occasione del plebiscito italiano del 1929, il console italiano a Tunisi prese disposizione perché gl'italiani di Tunisia partecipas– sero alla votazione, promettendo una riduzione del 75% nelle spese di viag– gio: 150 persone risposero all'appello, ma i fascisti in Italia se ne entusia– smarono come se fossero stati un milione. Le colonie italiane sparse lungo il Mediterraneo diventarono nella magniloquenza fascista, gli avamposti per i possedimenti imperiali che l'Italia, seguendo "le orme di Roma," avrebbe certamente riconquistati presto o tardi. Nelle dimostrazioni anti-francesi, periodicamente inscenate dagli studenti in Italia - dimostrazioni che, co- 89 BiblotecaGino Bianco

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